Riscaldamento globale, 12 mesi di fila oltre il limite
Clima Maggio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato al mondo: 1,63°C sopra la media pre-industriale superando quindi l’obiettivo di 1,5°C
Clima Maggio 2024 è stato il mese più caldo mai registrato al mondo: 1,63°C sopra la media pre-industriale superando quindi l’obiettivo di 1,5°C
Alla vigilia del 50° vertice del G7, che si svolgerà da oggi al 15 giugno nel comune pugliese di Fasano (Br), il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha voluto lanciare l’ennesimo appello ai Paesi del G7 e dell’Ocse. Il 5 giugno, pronunciando un Discorso speciale sull’azione per il clima, «il momento della verità», ha specificato che i Paesi «devono impegnarsi a porre fine all’uso del carbone entro il 2030 e, entro il 2035, a creare sistemi elettrici privi di combustibili fossili e a ridurre del 60% la domanda e l’offerta di petrolio e gas». Poi ha aggiunto: «Ciò significa che tutti i Paesi devono fermare subito i nuovi progetti di estrazione del carbone», ricordando che i Paesi industrializzati «sono responsabili dell’80% delle emissioni globali» e «hanno il dovere e il potere di prendere l’iniziativa».
GUTERRES HA TENUTO il suo discorso in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente. Nello stesso giorno, Copernicus, il servizio meteo della Commissione europea, ha reso noto che maggio del 2024 è stato il maggio più caldo mai registrato al mondo da quando ci sono rilevazioni scientifiche, da metà dell’Ottocento. È un anno che la stessa storia si ripete: si tratta, infatti, del 12esimo mese di seguito che risulta il più caldo mai registrato al mondo. Una conseguenza logica, quindi, è che la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi, quelli dal giugno 2023 al maggio 2024, è stata la più alta mai registrata, ben 1,63°C sopra la media pre-industriale 1850-1900, superando quindi il «limite» o meglio l’obiettivo di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi del 2015 e della Cop26 di Glasgow.
A MAGGIO 2024, IN PARTICOLARE, la temperatura media globale sulla superficie terrestre è stata di 15,91°C, 0,19°C sopra il record precedente del maggio del 2020 e 1,52°C sopra la media dell’era pre-industriale (1850-1900). La preoccupazione di Guterres quando ha preso parola a New York («Siamo sull’orlo dell’inferno climatico», ha detto) era probabilmente rafforzata dai dati diffusi dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), agenzia specializzata delle Nazioni Unite, che sempre il 5 giugno ha reso pubbliche le stime e proiezioni della principali variabili climatiche nel rapporto Global Annual to Decadal Climate Update 2024-2028.
TRA LE STIME DEFINITE MOLTO probabili e per questo molto preoccupanti c’è la possibilità che almeno un anno dei prossimi cinque anni (quindi 2024, 2025, 2026, 2027 o 2028) superi l’anno più caldo mai registrato, che è l’ultimo trascorso, il 2023 (86%). La possibilità, invece, che la media quinquennale per il periodo 2024-2028 sia superiore a quella degli ultimi cinque anni 2019-2023, è invece del 90%. È inoltre considerato probabile (80%) che la temperatura media globale vicino alla superficie terrestre superi di 1,5°C i livelli medi del 1850-1900 per almeno un anno tra il 2024 e il 2028. È invece relativamente più bassa (47%) la probabilità che a superare la stessa soglia sia la media quinquennale. «La fiducia nelle previsioni della temperatura media globale è alta» sottolinea il rapporto della Wmo.
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Il respiro del mare è in affanno e mette a rischio l’ecosistema più preziosoIL PROBLEMA, PERÒ, NON RIGUARDA solo la temperatura della superficie terrestre: Copernicus ha evidenziato ad esempio che la temperatura della superficie marina nella fascia tra i 60° di latitudine Nord e i 60° di latitudine Sud a maggio 2024 è stata di 20,93°C: si tratta del valore più alto mai registrato in quel mese. Si tratta del 14esimo mese di fila in cui la temperatura della superficie marina è stata la più calda mai registrata in quel mese. Un altro record negativo impressionante. Carlo Buontempo, lo scienziato italiano che dirige il Copernicus Climate Change Service, ha commentato i dati sottolineando come sia «scioccante ma non sorprendente che abbiamo raggiunto questa striscia di 12 mesi: anche se questa sequenza di mesi da record finirà per interrompersi, la firma complessiva del cambiamento climatico – ha spiegato – rimane e non c’è alcun segno in vista di un cambiamento di tale tendenza».
BUONTEMPO HA AGGIUNTO: «Viviamo in tempi senza precedenti, ma abbiamo anche un’abilità senza precedenti nel monitorare il clima e questo può aiutare a informare le nostre azioni. Questa serie di mesi più caldi sarà ricordata come relativamente fredda, ma se riusciamo a stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera in un futuro molto prossimo, potremmo essere in grado di tornare a queste temperature fredde entro la fine del secolo». Il punto è stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera e per farlo l’unico sentiero percorribile è stretto ed impervio perché è quello che impone una riduzione delle emissioni annuali, che le Nazioni Unite stimano in un 9% all’anno per ogni anno fino al 2030.
LA ROADMAP DEFINITA DAL SEGRETARIO delle Nazioni Unite prevede solidi piani di transizione da presentare entro la COP30, quella che si terrà nel 2025 in Brasile. Piani che includano misure sulle emissioni lungo tutta la catena del valore, evitando però «le misure di compensazione delle emissioni di carbonio, che sono dubbie e minano la fiducia del pubblico mentre fanno poco o nulla per il clima. La natura – ha ricordato Guteress – non si farà ingannare. Le soluzioni che non sono soluzioni si ritorceranno contro». Come ha specificato lo stesso segretario generale dell’Onu, un passaggio fondamentale sarà assumere la consapevolezza che «l’umanità è un minuscolo puntino sul radar» che «come l’asteroide che ha spazzato via i dinosauri, stiamo avendo un impatto sproporzionato». «In questo caso – ha specificato – non siamo noi i dinosauri. Siamo noi l’asteroide. Non solo siamo in pericolo. Ma siamo noi il pericolo. Possiamo anche essere la soluzione».
LA SOLUZIONE L’HA INDICATA Samantha Burgess, la direttrice del servizio Cambiamento climatico di Copernicus: «Finché non raggiungeremo le zero emissioni globali nette – ha concluso Burgess -, il clima continuerà a riscaldarsi, continuerà a battere record, e continuerà a produrre eventi atmosferici ancora più estremi. Se scegliamo di continuare ad aggiungere gas serra all’atmosfera, il 2023-2024 ci sembrerà presto un anno fresco, come oggi ci sembra il 2015-2016».
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