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Rinnovabili, furia di Todde contro l’Unione sarda

Rinnovabili, furia di Todde contro l’Unione sardaLa presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde foto Ansa

Energia La presidente di regione scrive una lettera «al popolo» per denunciare la disinformazione

Pubblicato circa un mese faEdizione del 24 agosto 2024

Non s’era mai visto, nella storia dell’autonomia speciale della Sardegna sancita dalla Costituzione, che un presidente della Regione prendesse carta e penna per rivolgersi direttamente ai suoi concittadini, saltando tutte le mediazioni istituzionali. È successo ieri, quando sulla prima pagina del quotidiano La Nuova Sardegna è stata pubblicata una “Lettera al popolo di Sardegna” firmata da Alessandra Todde, alla guida della maggioranza di Campo largo che dallo scorso febbraio governa l’isola.

Todde denuncia la campagna che ormai da mesi l’Unione sarda (il giornale di proprietà dell’immobiliarista Sergio Zuncheddu) conduce contro l’installazione nell’isola di impianti a energie rinnovabili prevista dai decreti sulla transizione energetica firmati da Mario Draghi nel 2021 e nel 2022.

NELLA LETTERA, senza mai nominare direttamente la testata, Todde parla di «informazioni false» e di «terrorismo psicologico». «La forza di un popolo – scrive la presidente – sta anche nella sua conoscenza delle cose e nella conseguente capacità di ragionare e di giudicare. La disinformazione mina alla base questo principio, perché da informazioni false derivano ragionamenti corrotti, decisioni sbagliate e, potenzialmente, azioni pericolose». «Si fa – scrive ancora Todde – terrorismo psicologico sulla pelle dei sardi, che diventano inconsapevolmente strumenti di chi persegue interessi propri che non coincidono certo con quelli della Sardegna».

A rafforzare la denuncia di Todde i vertici di Sinistra futura, uno dei partiti della maggioranza, hanno inviato un esposto all’Ordine dei giornalisti perché sanzioni il direttore dell’Unione sarda Emanuele Dessì e il caporedattore Mauro Pili per la «campagna di disinformazione in atto» sulle energie green.

Come si è arrivati a tanto? I decreti Draghi prevedono che in Sardegna siano installati entro il 2030 pale eoliche e pannelli solari per 6,2 gigawatt. Contro si sono schierati, in diverse parti dell’isola, comitati di base preoccupati che gli impianti devastino il paesaggio e sottraggano terreni all’agricoltura. Todde ha risposto con una legge che ha sospeso le autorizzazioni alla costruzione di nuovi impianti per 18 mesi, il tempo necessario a programmare la transizione senza i danni paventati dai comitati. L’obiettivo dichiarato dalla presidente è quello di definire, entro il prossimo dicembre, una mappa di “aree idonee”, cioè di siti in cui pale eoliche e pannelli solari possano essere piazzati senza che devastino niente.

Che cosa fa l’Unione sarda di fronte a tutto ciò? Mette su una martellante campagna di stampa soffiando sul fuoco delle paure diffuse nei territori. Il caposaldo del battage mediatico è sostenere che nell’installare impianti green non ci si fermerà ai 6,2 gigawatt di cui parla Todde, ma si arriverà ai 54,5 gigawatt complessivamente richiesti sinora dalle imprese interessate alla costruzione dei siti, con conseguente devastazione a tappeto del paesaggio e di molti luoghi di interesse storico e culturale. È una prospettiva che non si realizzerà mai, perché non la vuole Todde e non la vuole nemmeno il governo Meloni, ma parte non piccola dell’opinione pubblica sarda, persuasa dal giornale di Zuncheddu, si è convinta che invece andrà così.

In realtà, Zuncheddu ha un’idea propria della transizione energetica. In un editoriale dello scorso 16 giugno firmato dal direttore Dessì, scritto sotto forma di lettera aperta a Giorgia Meloni e intitolato “Cara presidente, ridateci il futuro”, l’Unione sarda ha chiesto alla premier di insistere nel ripescaggio di un vecchio progetto che sino alla vittoria elettorale della leader Fd’I era dato per morto. È il progetto del metanodotto che, lungo l’asse Cagliari-Sassari, dovrebbe portare in tutta l’isola il gas nord africano. «Ci eravamo illusi – scrive Dessì – quando, cara Giorgia, incontrando il presidente algerino nel gennaio 2023 Lei rispolverò il gasdotto Algeria-Sardegna-Italia. Ma forse avevamo capito male. Oggi il disegno è chiarissimo. Un assalto di rinnovabili per terra e per mare. Nemmeno un atomo di metano».

ZUNCHEDDU è sempre stato vicino al centrodestra. Per le regionali dello scorso febbraio è stata ventilata una sua candidatura a presidente della coalizione Fd’I, Fi, Lega e Partito sardo d’azione, opzione poi messa da parte. Il suo redattore di punta nella campagna contro eolico e fotovoltaico, Mauro Pili, è stato presidente della Regione Sardegna dal 2001 al 2003 come leader di una maggioranza di centrodestra. C’è da stupirsi allora che L’Unione sarda sia contro le rinnovabili? Le destre – in Sardegna con Zuncheddu come nel resto mondo con Trump e con i sovranisti europei – frenano sulle fonti green e spingono per mantenere metano, petrolio e carbone e per il nucleare. La spiegazione di ciò che sta accadendo nell’isola è tutta qui. Ed è una spiegazione allarmante.

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