Il decreto firmato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio di concerto con i colleghi dell’Interno Luciana Lamorgese e della Giustizia Alfonso Bonafesde si colloca esattamente nella tradizione recente sul restringimento del campo dei diritti. Eppure, avevamo sperato in una nuova politica della ragionevolezza, concreta e rispettosa delle persone, senza fughe in avanti umanitarie o terzomondiste. Ma, da un’aspettativa della discontinuità che per opportunità politica aveva rinviato nel tempo una revisione dei decreti legge sicurezza uno e due, siamo passati a misure per la loro concreta attuazione. Un decreto che non serve a nulla, se non alla propaganda in feroce...