Internazionale

Rifugiati protetti per legge. Il Niger ci prova, esulta l’Onu

Primo paese in Africa Il provvedimento punta a soluzioni durevoli promosse dall'Unhcr

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 11 dicembre 2018

Il Niger è uno dei Paesi con il reddito medio più basso del mondo (378 dollari pro capite all’anno) al centro dell’attenzione internazionale negli ultimi anni in quanto via di transito dei migranti subsahariani verso l’Europa.

Sono attive in particolare due missioni e diverse basi militari (francesi e statunitensi su tutti, di questi ultimi la base per i droni più grande dell’Africa Subsahariana): G5 Sahel (il patto antiterrorismo sancito nel 2014 da cinque paesi della zona del Sahel: Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger) che ieri ha ricevuto un ulteriore contributo di 125 milioni da parte dell’Unione europea e l’Eucap Sahel Niger, missione civile dell’Unione europea che dal 2012 si occupa di sicurezza, addestramento e coordinamento delle forze armate locali e attività di intelligence (dallo scorso settembre sono presenti anche 470 soldati italiani con tale funzione). Le ragioni sono di bloccare il traffico dei migranti e i gruppi terroristici, ma non mancano aspetti geopolitici: ad esempio la Francia ha forti interessi sulle miniere di uranio necessarie alle sue centrali nucleari che danno al paese l’80% dell’energia elettrica.

Dal Paese arrivano “sempre” brutte notizie, almeno fino alla scorsa settimana. Infatti, lunedì 3 dicembre il parlamento del Niger ha approvato una legge nazionale per la protezione e l’assistenza dei rifugiati (il primo in Africa).

Approvata all’unanimità con grande soddisfazione da parte dell’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), La legge mira a promuovere e rafforzare le politiche regionali e nazionali per prevenire, mitigare ed eliminare le condizioni che potrebbero costringere le persone a spostarsi. Comprende anche l’istituzione di un quadro definitorio sulla protezione dei rifugiati nonché la protezione e l’assistenza degli sfollati. La legge indica con precisione ruoli e responsabilità in materia di protezione dei rifugiati e fa riferimento a soluzioni durevoli promosse dall’Unhcr: ritorno volontario nei luoghi di origine, l’integrazione locale o il re-insediamento in altri Paesi.

Per Alessandra Morelli, rappresentante dell’Unhcr in Niger «Il Niger, con questa legge, mostra la sua solidarietà e la sua generosità nei confronti di coloro che sono costretti a fuggire». Attualmente sono presenti in Niger oltre 170.000 sfollati prevalentemente localizzati nelle regioni di confine di Diffa, Tillaberi e Tahoua. Con una crescita sostanziale a partire dall’inizio del 2018 a causa dell’insicurezza nelle regioni confinanti con il Mali.

La legge è il risultato di mesi di lavoro collaborativo tra istituzioni nazionali, il parlamento, ma anche autorità tradizionali e religiose, organizzazioni nazionali e internazionali incluso l’alto commissariato Onu per i rifugiati. Una joint-venture finalizzata a fornire protezione e assistenza, ma soprattutto soluzioni di lungo periodo, non emergenziali per i rifugiati presenti nel Paese.

Curiosamente in Italia, in cui il reddito pro capite è di 31.953 dollari, quasi 100 volte maggiore rispetto al Niger, l’accoglienza inizia a chiudere.

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