Lavoro

Riders, il 26 marzo è sciopero: «Non per noi, ma per tutti»

Riders, il 26 marzo è sciopero: «Non per noi, ma per tutti»La protesta dei riders – Francesco Corradini

Capitalismo digitale Dopo il clamoroso colpo contro il caporalato digitale inferto dalla procura di Milano, l'assemblea dei ciclofattorini ha lanciato lo sciopero il 26 marzo in 32 città italiane: "Riconoscimento dello status di lavoratori dipendenti, diritti e dignità". Landini (Cgil): "Il ministro del lavoro Orlando riapra il tavolo delle trattative. Un contratto nazionale c'è già: è quello della logistica"

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 26 febbraio 2021

L’assemblea organizzata ieri dalla rete «RiderXidiritti» ha lanciato uno sciopero nazionale il prossimo 26 marzo e ha invitato i consumatori a boicottare per solidarietà alla loro lotta tutte le piattaforme (Deliveroo, Just Eat, Glovo e Uber Eats) che sono state multate dalla procura di Milano per 733 milioni di euro e l’obbligo di assumere da dipendenti almeno 60 mila ciclo-fattorini. Un colpo colossale, ed esemplare, contro la declassificazione del lavoro etero-organizzato , dipendente parasubordinato, svolto dai ciclofattorini coordinati mediante algoritmo a falso lavoro autonomo basato sul cottimo. Questo abuso sistemico dei capitalisti di piattaforma è stato denunciato negli ultimi cinque anni dai riders. Dalle loro lotte hanno preso spunto una serie di pronunciamenti della magistratura, anche della corte di cassazione .La clamorosa inchiesta della Procura di Milano è l’inizio. Ora è prevedibile una pioggia di cause civili presentate dai riders nei tribunali di tutto il paese.

Nell’assemblea di ieri i riders connessi da 32 città, da Nord a Sud, hanno rivendicato il ruolo della loro auto-organizzazione che ha cambiato la cultura sindacale e si è imposta all’opinione pubblica. Dall’incontro è emerso il rifiuto unanime del contratto siglato dall’associazione delle piattaforme Assodelivery con il sindacato Ugl ed è stato chiesto un contratto nazionale rappresentativo che potrebbe essere quello della logistica che già riconosce anche lo status di lavoratori dipendenti richiesto dalla procura di Milano.

In questa prospettiva potrebbero andare anche le consultazioni avviate al Parlamento Europeo per arrivare a una direttiva della Commissione Ue sulla regolamentazione del lavoro di piattaforma e la tutela sociale di tutti i lavoratori digitali, dunque non solo dei riders, autonomi e dipendenti. Questa è la prospettiva del movimento dei ciclofattorini sintetizzata dallo slogan: «Non per noi, ma per tutti».

«Basta sfruttamento è ora che il ministro del lavoro Andrea Orlando riattivi rapidamente il tavolo di negoziazione tra le parti sociali per dare una risposta alla richiesta di un contratto nazionale a partire da quello della logistica fatta da questi lavoratori» ha sostenuto il segretario della Cgil Maurizio Landini.

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