Non è finita, ma da ieri si è fatto un passo in avanti. In Europa c’è l’accordo su un disegno di legge tra i negoziatori del Parlamento e del Consiglio Europeo che smaschera il falso lavoro autonomo e riconosce l’attività subordinata svolta dai lavoratori digitali, a partire dai rider. E, per la prima volta da quando è nato il capitalismo di piattaforma, si potrebbe arrivare a regolare gli algoritmi, possibilità fino ad oggi negata dalle aziende ai sindacati. Infine i lavoratori potranno ricorrere in tribunale e ottenere giustizia a partire da una base giuridica più definita.

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L’accordo dovrà ora essere confermato dagli ambasciatori degli Stati membri nell’Ue (Coreper) e dalla commissione Lavoro (Empl) del Parlamento Ue. A quel punto si teme che il presidente francese Emmanuel Macron, da lobbista dei capitalisti di piattaforma qual è, possa tentare di affossare la direttiva all’ultimo miglio. E, infine, c’è il muro dei governi. Con quello Meloni in Italia è prevedibile che farà finta di nulla. Visto che sarà obbligato ad adottare la direttiva entro due anni, potrebbe varare una legge che neutralizza i principali avanzamenti raggiunti nel testo. «La direttiva propone comunque un livello più alto delle norme esistenti in Italia – – sostiene Marco Marrone, ricercatore all’università del Salento, autore di Rights against the machine, il lavoro digitale e le lotte dei riders (Mimesis, 2021) – Per fare quello che chiede l’Europa Meloni dovrebbe fare di meglio di quanto è stato fatto fino ad ora, cioè abbastanza poco. E, fino a prova contrario, ad oggi è lecito dubitarlo». Quando l’esecutivo varerà la legge, Deliveroo e Glovo dovranno adeguarsi. Just It riconosce solo in Italia e in Spagna la piena subordinazione.

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«Temevamo il peggio – continua il ricercatore che ha seguito i lavori sull’atteso provvedimento attraverso il Forum of alternatives to uberisation organizzato da Leïla Chaibi, europarlamentare della France Insoumise – Le posizioni del consiglio europeo erano sbilanciate verso le imprese, non volevano la presunzione della subordinazione. A un certo punto avevano fatto le barricate sul numero dei criteri – tre, ora sono due – che devono essere adottati per dimostrare l’esistenza della subordinazione da parte dell’impresa. Il forum ne proponeva uno. È una mediazione. Le aziende però potranno trovare stratagemmi per aggirare la norma». «Il Governo Meloni ha dimostrato da subito qual e’ il suo approccio al tema – sostiene il deputato Pd, ed ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando – cancellando la norma che avevo introdotto per garantire l’accesso dei lavoratori delle piattaforme all’algoritmo che regola mansioni, orari, riposi e compensi. Quello che la Direttiva Ue oggi chiede agli stati membri di fare. Auspico che a questo punto Meloni torni sui suoi passi e reintroduca il diritto all’accesso dell’algoritmo dei lavoratori delle piattaforme».