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Richiedenti asilo negli Usa, fuoco amico contro la Casa bianca

Richiedenti asilo negli Usa, fuoco amico contro la Casa biancaDormitorio di migranti a Juarez, Mexico – Ap/Christian Chavez

Stati uniti La decisione di Biden di cancellare la legge xenofoba di Trump agita i senatori democratici. In vista delle elezioni di midterm a novembre c’è chi teme la non rielezione

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 20 aprile 2022

La mossa dell’amministrazione Biden di cancellare il Titolo 42, una legge di Trump che bloccava il diritto legale di chiedere asilo presentandosi al confine meridionale degli Stati Unit in quanto i richiedenti asilo avrebbero potuto portare il Covid-19 negli Usa, ha provocato una reazione inaspettata tra i democratici.

Alcuni senatori dem si sono detti «sorpresi» dalla decisione, e accusano la politica del presidente di mancare di un vero piano, aprendo una spaccatura tra la Casa Bianca e i senatori il cui gradimento è in bilico mentre sono in cerca di rielezione, e che stanno prendendo pubblicamente le distanze dalla decisione di cancellare il Titolo 42.

Secondo un rapporto del Washington Post, la rabbia dei Democratici contro Biden è tipica di un partito che non ha mai elaborato un messaggio efficace per contrastare le opinioni del tutto imprecise, estremiste e xenofobe dei repubblicani, per cui i migranti sarebbero una minaccia diretta per la nazione; puntualmente, quando arriva il momento di presentare un quadro più accurato di come la migrazione sia di giovamento agli Stati Uniti, i democratici che mancano di coraggio sono sempre troppi.

La notizia della cancellazione del Titolo 42 sembra particolarmente preoccupante per Catherine Cortez Masto, la prima e unica latina del Senato. Cortes Masto aveva vinto nel 2016 in uno Stato, il Nevada, dove gli elettori provenienti dal sud e centro America sono in progressivo aumento, anche nelle consultazioni di midterm, tradizionalmente meno sentite. Nonostante ciò la senatrice ha dichiarato al Nevada Current che porre fine al titolo 42 «è il modo sbagliato di agire e lascerà l’amministrazione impreparata a un’impennata di migranti al confine. Dovremmo lavorare per riparare il nostro sistema di immigrazione investendo nella sicurezza delle frontiere e trattando dignitosamente le famiglie immigrate. Invece, l’amministrazione sta agendo senza un piano dettagliato».

Cortez Masto sembra avere perso il promemoria di innumerevoli difensori dei diritti degli immigrati che hanno più volte sottolineato come «trattare le famiglie degli immigrati con dignità» inizi proprio con la cancellazione del Titolo 42. Ora che la rielaborazione della senatrice nelle elezioni di midterm che si terranno a novembre non sembra essere scontata, una critica a Biden per aver posto fine a una delle peggiori politiche di Trump, diventa una strizzata d’occhio ai moderati che si spostano sempre più a destra.

Mantenere il Titolo 42 in un Paese dove si stanno cancellando tutte le misure di mitigazione della pandemia, incluso l’uso di mascherine nei mezzi pubblici, in quanto si vuole fare passare il messaggio che l’emergenza Covid è terminata, non sembra una contraddizione. Il messaggio incoerente di Cortez Masto illustra come i Democratici abbiano perso il dibattito sull’immigrazione, e non abbiano imparato molto dalle esperienze passate.

I repubblicani stanno già pianificando di fare dell’immigrazione una linea di attacco in vista delle elezioni di midterm, e vedono la revoca della politica dell’era Trump come la munizione principale da utilizzare contro i candidati democratici.

Dal canto loro gran parte della colpa dell’insuccesso Dem nel convincere l’elettorato latinos, è stata attribuita al fallimento delle posizioni di democratici moderati come l’ex presidente Bill Clinton, che aveva interpretato la migrazione come una questione di sicurezza nazionale, privilegiando la detenzione rispetto ad altre soluzioni più umane. Nonostante ciò i democratici continuano ad acconsentire alle narrazioni criminalizzanti dei repubblicani, invece che presentarne di alternative per combattere l’estremismo del Gop in tema di inclusività.

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