A Riccione c’è un’emergenza sicurezza, almeno a sentire tutti i candidati che discutono di baby gang e controllo delle strade in città. Mentre l’emergenza per il lavoro nero e irregolare non la sente quasi nessuno. È così che si avvia al voto questo paesone da 35 mila abitanti, che d’estate assieme a tutta la Romagna diventa una gigantesca e brulicante metropoli.

A tenere banco nelle discussioni, al bar ma non solo, c’è una di quelle storie che diventano terreno di caccia elettorale per la destra. Un gruppo di 30 giovani con maschere da clown e passamontagna ha recentemente derubato degli adolescenti in città. Tra i rapinatori, è stato detto, anche giovani con accento non italiano. Un anticipo, secondo alcuni, di quello che potrebbe succedere con la stagione estiva. È ormai da anni che in Riviera si parla ciclicamente di «baby gang», con tanto clamore e ricette law and order. Sta succedendo di nuovo alla vigilia di questo voto amministrativo.

Più forze dell’ordine le chiede ad esempio Stefano Caldari, che è il favorito anche perché è il dichiarato successore della sindaca uscente Renata Tosi, prima cittadina che governa da un decennio con una coalizione di destra e che, nella stagione del Covid e non solo, è stata una spina nel fianco del governatore Stefano Bonaccini sulle questioni legate alla Riviera. Caldari ha già fatto l’assessore alla cultura, sport ed eventi e anche per questo ha solidissime radici in città. Con lui Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ai suoi elettori Caldari parla di turismo, nuovi alberghi di lusso, riqualificazione urbanistica della città. Ma fa anche il tifo per la candidatura della «identità della spiaggia di Riccione» a patrimonio Unesco, e ovviamente punta molto sulla sicurezza («senza sicurezza non c’è turismo») celebrando la consegna dei taser ai carabinieri locali.

A sinistra c’è invece Daniela Angelini, un passato in associazioni di rappresentanza della piccola impresa e dell’artigianato. Angelini è appoggiata dal Pd, dal M5S e dalla lista Riccione Coraggiosa, diretta emanazione del progetto politico di Elly Schlein. Angelini è una candidata di equilibrio, che conosce e sa parlare al mondo dell’impresa, un universo che in Romagna conta tantissimo, ma che è anche in grado di tendere una mano ai riccionesi esclusi. A chi, dice, «negli ultimi anni è stato tenuto fuori dalla cerchia del potere».

Sicuramente è lei l’unica candidata che sta parlando di lavoro. «A parte lei il deserto – spiega Mirco Botteghi della Filcams Cgil -. Purtroppo in Romagna si parla sempre di turismo, mai di lavoratori, eppure il lavoro irregolare è un dato strutturale. Gli imprenditori fanno fatica a trovare personale? Il mondo è cambiato e i giovani vogliono tutele».

Sulla questione Angelini ha preso posizione, promettendo un Comune capace di promuovere un «patto tra datore di lavoro e collaboratore, in grado di garantire al dipendente un trattamento dignitoso per orari di esercizio e retribuzione».

Oltre a destra e sinistra c’è un outsider d’eccezione. È Claudio Cecchetto, conosciutissimo dj, produttore musicale e manager. Se si dovesse giudicare dai social avrebbe già vinto lui, anche perché una lista impressionante di celebrità lo sta sostenendo. Trasformare tutto questo in voti reali sarà però molto difficile. Con Cecchetto c’è anche una lista chiamata Fratelli di Riccione, che guarda a destra e che per ovvi motivi ha scatenato le ire di Giorgia Meloni. La promessa del candidato è quella di portare in città sempre più gente ed eventi. Il che vuol dire, per una città che vive di turismo, un mare di soldi.