Un’inchiesta sullo stato della sanità italiana a poco più di due anni dall’inizio della pandemia può partire da Ciampino, a pochi chilometri da Roma in una regione come il Lazio dove è molto esteso il sistema dell’accreditamento dei privati che svolgono un servizio pubblico essenziale. Parliamo del centro di riabilitazione Airri, uno dei centri attivi in un mondo complesso che va dalla riabilitazione ai trattamenti dei minori fino alla fisioterapia.

Ieri il giovane e combattivo sindacato di base, le Camere del lavoro precario e autonomo (Clap), ha organizzato uno sciopero di otto ore al quale ha aderito la stragrande maggioranza dei lavoratori. Al presidio tenuto con le lavoratrici e i lavoratori sono intervenuti anche il consigliere regionale Marco Cacciatore, il consigliere di Città Metropolitana Roberto Eufemia e il candidato sindaco al Comune di Ciampino Alessandro Porchetta. I motivi della protesta sono specifici e rappresentativi di una situazione generale che è cambiata in maniera significativa dopo i mesi più “caldi” della pandemia. AIRRI, sostengono le Clap, è presente con diversi centri di riabilitazione accreditati nel Lazio dove però applica diversi contratti nazionali della sanità. Così facendo induce a discriminazioni salariali tra i diversi centri. A Ciampino, lamentano le Clap che rappresentano la maggioranza dei lavoratori nel centro di Ciampino, le retribuzioni più basse rispetto a quelle previste in altre sue sedi.

Questa situazione è stata complicata da una decisione della regione Lazio che ha riformato le linee guida sulle terapie e sulla riabilitazione. Ciò ha diminuito il tempo minimo dei servizi e ha modificato i tempi dei pagamenti erogati alle aziende convenzionate nei casi, ad esempio, delle assenze dei pazienti che fissano gli appuntamenti ma possono mancarli. Prima le aziende venivano rimborsate. Con la riforma è stato messo un tetto massimo di assenze dopo il quale non c’è più il rimborso. Ciò non ha portato a una ristrutturazione dei piani operativi delle aziende ma all’aumento delle prestazioni giornaliere a parità di salario. Così facendo i costi sono stati scaricati sui lavoratori che non guadagnano di più e non riescono ad assicurare la qualità del servizio.

In questa cornice lo sciopero delle Clap di ieri a Ciampino ha ottenuto dall’azienda la convocazione di un tavolo dove il sindacato rinnoverà sia la richiesta del passaggio al contratto collettivo Aiop sanità privata già applicato in altri centri gestiti dalla stessa azienda che quella del riconoscimento dei diritti sindacali in base alla sua rappresentatività. “Siamo soddisfatti del risultato dello sciopero – afferma Tiziano Trobia, coordinatore delle Clap – Andrebbe fatta una seria riflessione sulla sanità privata accreditata nel Lazio dove, come in altre regioni, è emersa la difficoltà di reggere l’urto della pandemia. Questo modello ha avuto difficoltà a mettersi a disposizione durante l’emergenza. I diritti dei lavoratori in un settore basato sulle esternalizzazioni e sulle finte partite Iva, è un tema che andrebbe affrontato in maniera molto urgente, proprio in un momento in cui si discute di bassi salari e della necessità di aumentarli. Trattare i diritti dei lavoratori e le loro richieste salariali significa anche occuparsi della qualità dei servizi erogati”.