«Regolarizzazione lenta, si rischia il fallimento»
Lavoratori stranieri A Roma su 16.187 domande ricevute, al 31 dicembre scorso ancora nessuna pratica era giunta a conclusione. A Milano, invece, sulle oltre 26.000 istanze presentate solo 289 pratiche, a metà […]
Lavoratori stranieri A Roma su 16.187 domande ricevute, al 31 dicembre scorso ancora nessuna pratica era giunta a conclusione. A Milano, invece, sulle oltre 26.000 istanze presentate solo 289 pratiche, a metà […]
A Roma su 16.187 domande ricevute, al 31 dicembre scorso ancora nessuna pratica era giunta a conclusione. A Milano, invece, sulle oltre 26.000 istanze presentate solo 289 pratiche, a metà febbraio, risultavano in istruttoria e la prefettura non aveva convocato nessun lavoratore. E non va meglio nelle città più piccole. Bari per esempio. Delle 4.993 domande presentate dai datori di lavoro per regolarizzare un proprio dipendente, solo 556 sono arrivate a conclusione con il rilascio di un permesso di soggiorno.
A sei mesi dalla chiusura delle finestra per accedere alla regolarizzazione dei lavori stranieri presenti in Italia, le procedure se non sono ferme poco ci manca. Di sicuro vanno avanti a passo di lumaca: «A causa di tempi lunghissimi e ostacoli burocratici la regolarizzazione è a rischio fallimento» denuncia la campagna «Ero straniero» che ha eseguito un dettagliatissimo monitoraggio nazionale sull’andamento di quella che, nelle ottimistiche previsioni dell’allora ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, avrebbe potuto consentire l’emersione di una buona parte dei 600 mila lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, soprattutto in agricoltura. E che invece ha riguardato principalmente quanti sono impiegati in lavori domestici o di assistenza alla persona (l’85% del totale). Con numeri molto ridotti rispetto alle aspettative dello scorso anno: 207 mila domande presentate dai datori di lavoro a favore di un proprio dipendente e che fino a oggi hanno portato all’emissione di soli 1.480 permessi di soggiorno (0,71% del totale).
Per quanto riguarda invece le domande presentate direttamente dai lavori, secondo canale di regolarizzazione previsto dal passato governo, le cose vanno leggermente meglio: al 31 dicembre scorso i permessi di soggiorno rilasciati sono stati 8.887 su un totale di 12.986 domande presentate. E in seguito 346 permessi sono stati convertiti i permessi di soggiorno per lavoro.
«Le conseguenze di questo enorme ritardo – spiegano a «Ero straniero» – sono molto pesanti non solo sulla vita di chi ha fatto richiesta di emersione e aspetta una risposta e un permesso di soggiorno, costretto a restare ancora nell’incertezza e nella precarietà, ma anche nella prospettiva della campagna vaccinale anti-Covid in corso nel nostro Paese. E’ fondamentale – prosegue la campagna – che il maggior numero possibile di persone in possesso dei requisiti venga regolarizzato il prima possibile ed esca dall’invisibilità».
Ritardi che si ripercuotono inevitabilmente anche nel lavoro quotidiano. La pandemia ha causato lo scorso anno lo stop agli ingressi dei lavoratori stranieri stagionali, un’assenza che secondo la Coldiretti Puglia ha provocato la perdita di 30 mila giornate di lavoro. «Un problema destinato a ripetersi nei prossimi mesi», prosegue «Ero straniero».
Per superare questa situazione di stallo, oltre ad accelerare l’esame delle domande di regolarizzazione, «Ero straniero» ricorda come in parlamento sia ferma una proposta di legge di iniziativa popolare che ha raccolto più di 90 mila firme ed è all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera, nella quale sono previste nuove norme per la promozione del permesso di soggiorno e l’inclusione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri no comunitari.
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