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Referendum blindato dai wagneriani nella Repubblica Centrafricana

Referendum blindato dai wagneriani nella Repubblica Centrafricana30 marzo 2021, il presidente Faustin-Archange Touadera giura per il suo secondo mandato – Ap

A Bangui, avamposto di Mosca Touadera punta a un terzo mandato, l’opposizione boicotta. Nelle urne anche le promesse fatte di Putin al summit Russia-Africa sul grano gratuito

Pubblicato circa un anno faEdizione del 30 luglio 2023

La Repubblica Centrafricana è chiamata oggi alle urne per un referendum che secondo il presidente Faustin-Archange Touadera ha l’unico obiettivo di consentire alla giovane democrazia centrafricana di essere più dinamica e poter sognare un futuro migliore. Dietro lo slogan elettorale, una profonda riforma dello stato che abolisce il senato, riducendo a una sola camera la rappresentanza parlamentare. Ma che soprattutto porta da 5 a 7 anni il mandato presidenziale e abolisce il limite di due mandati consecutivi. Una mossa che permetterà a Touadera di correre per un terzo mandato.

Già la vittoria del 2020 era stata fortemente contestata dall’opposizione e solo la presenza dal 2018 di alcune migliaia di miliziani del Wagner Group gli aveva permesso a Touadera di restare al potere. Oggi la poca opposizione che è rimasta nello stato centrafricano parla di un colpo di stato istituzionale, ma l’unica protesta di piazza organizzata ha visto la presenza di poche centinaia di persone. L’anno scorso la corte costituzionale aveva bocciato il referendum, ma a gennaio è stato rimosso il presidente della corte ed è così scattato il via libera.

Circa 1,9 milioni di centrafricani sono ora chiamati alle urne, ma i partiti di opposizione hanno chiesto di boicottare il referendum. Come per le ultime elezioni presidenziali, i voti verranno tutti dalle aree fedeli al governo e dalle principali città del paese.

Negli scorsi giorni sono atterrate a Bangui alcune centinaia di miliziani del Wagner Group, un rinforzo chiesto dal presidente Touadera per «mantenere l’ordine pubblico». Ai seggi saranno loro a garantire la sicurezza insieme all’esercito centrafricano. Assenti le Nazioni unite, che avevano inviato osservatori alle ultime presidenziali, stavolta saranno presenti esclusivamente gli osservatori inviati da Russia e Ruanda, paesi che hanno entrambi forti interessi economici nella Repubblica Centrafricana. Uno stato che da ormai 5 anni è un caposaldo dell’influenza di Mosca nella regione, esercitata innanzitutto con la presenza dei wagneriani in veste di guardia presidenziale. Qui gli uomini di Prigozhin spadroneggiano anche sull’economia, grazie a una serie di società che esportano oro, diamanti e legname pregiato.

Human Rights Watch ha denunciato più volte le condizioni di estrema necessità della popolazione, ma ha anche descritto un popolo minacciato e intimorito che non ha la forza di opporsi a questo nuovo colpo di mano.
Nel frattempo i vertici del governo centrafricano sono tornati soddisfatti dal summit Russia-Africa di San Pietroburgo, dove Prigozhin si faceva fotografare sorridente accanto all’ambasciatore centrafricano in Russia. Vladimir Putin ha promesso ingenti forniture di grano gratuito al paese in difficoltà. E anche questo avrà il suo peso sul referendum che legherà il Centrafrica ancora più strettamente alla Russia.

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