Visioni

Nel magma sonoro dei FusaiFusa

FusaiFusaFusaiFusa

Live L'ensemble formato da musicisti tunisini e curdo-siriani in concerto in Italia il 27 e 28 settembre

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 25 settembre 2024

Una delle realtà più interessanti nel panorama dei suoni global south del momento è senza dubbio la formazione dei FusaiFusa, trio di musicisti tunisini e curdo-siriani che di recente hanno pubblicato l’album d’esordio Lamana, edito dalla Lokomotiv Records.

Il gruppo composto dal polistrumentista Ashti Abdo, dal batterista Taha Ennouri e da Ali Belazi a voce e percussioni, sarà in concerto il 27 settembre a Milano al Biko e il giorno successivo nel Festival delle arti popolari in scena al Magazzino sul Po di Torino.

Ad arricchire la tessitura musicale, sarà presente sui palchi anche un quarto elemento, il palermitano Federico Gueci a basso e moog.

L’intreccio tra suoni tradizionali e componenti digitali è uno dei caratteri distintivi dell’ensemble, capace di creare un magma sonoro dove i suoni elettronici non hanno un mero valore riempitivo ma sono parte della tessitura musicale proposta, aumentandone profondità e capacità evocative.

Durante i loro concerti in cui centrali sono le sette incisioni incluse in Lamana, si viaggia in una lunga ipnosi sonora in cui a seconda dei momenti si viene proiettati nell’attualità poliritmica che giunge dalla fertile scena dell’Upper East del Ghana

AD ACQUISIRE maggiori capacità empatiche sono proprio gli strumenti di più lontana provenienza, in primis il tembûr, equivalente curdo del più noto saz, suonato da Abdo che lo ha appreso in gioventù ad Afrin, città rintracciabile nel distretto di Aleppo in Siria.

Il musicista, cresciuto artisticamente in Italia dove è giunto nel 2006, ha dato il via alla formazione a Bologna dopo l’incontro con i due tunisini Ennouri e Belazi, i quali a loro volta erano già entrati in contatto l’un con l’altro nella scena musicale di Tunisi in cui sono stati a lungo attivi.

Durante i loro concerti in cui centrali sono le sette incisioni incluse in Lamana, si viaggia in una lunga ipnosi sonora in cui a seconda dei momenti si viene proiettati nell’attualità poliritmica che giunge dalla fertile scena dell’Upper East del Ghana, nelle più note atmosfere gnawa di matrice marocchina, fino ad immergersi in una patchanka che attinge approfonditamente da suoni mediterannei e maghrebini.

SPICCA anche una consistente ricerca spirituale attraverso la quale emerge l’intenzione di mettere assieme misticismo e libertà d’azione con il fine di non precludersi orizzonti sonori.

Tale attitudine è garantita da Ennouri e dalla sua capacità autorale impregnata di sufismo, la quale ha condotto il combo ad affrontare l’interpretazione di un vecchio tema di Battiato, ovvero L’ombra Della Luce contenuta nel disco Come Un Cammello Nella Grondaia del 1991.

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