Rdc, il governo annuncia la piattaforma per la formazione. Le Regioni: «Non ne conosciamo le funzionalità»
I furbetti del reddito I Comuni: «Siamo senza risorse». Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «C’è grande confusione. Le linee guida per le fragilità non ci sono ancora e non ci può essere una scelta arbitraria rispetto a chi viene preso in carico e chi no»
I furbetti del reddito I Comuni: «Siamo senza risorse». Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «C’è grande confusione. Le linee guida per le fragilità non ci sono ancora e non ci può essere una scelta arbitraria rispetto a chi viene preso in carico e chi no»
«Polemiche per il Reddito di cittadinanza? Era previsto»: è il commento del ministro dell’Economia Giorgetti. Evidentemente l’unica cosa prevista dal governo visto che ieri ancora regnava il caos, dopo 4 giorni da quando sono partiti gli sms dell’Inps con la comunicazione della sospensione a 160mila nuclei. La ministra del Lavoro Calderone domani sarà in Senato per un’informativa ma niente question time, come invece avevano chiesto i 5S. Il vicepresidente pentastellato della Camera Costa: «Le 4 regole della disperazione: tagliare il reddito di cittadinanza e abbandonare al proprio destino le famiglie; farlo con un sms; rivolgersi ai servizi sociali del comune sapendo che non possono far fronte a tutte le richieste (mancano oltre il 50% degli assistenti sociali); non comunicare a nessuno come si valutano le varie situazioni di fragilità, non c’è uno straccio di direttiva».
Calderone ieri ha finalmente indetto una riunione operativa con l’Anpal e le regioni. Da ieri chi ha già fruito di 7 mensilità non riceverà più il Rdc. Secondo il governo sarà solo un mese di vuoto perché dal primo settembre dovrebbe partire il Supporto per la formazione e il lavoro. I 160mila nuclei con componenti in età da lavoro compresa fra i 18 e i 59 anni dovranno rivolgersi ai Centri per l’impiego. Per gli 88mila nuclei in condizione di fragilità, sempre secondo il governo, i servizi sociali hanno già avviato «la fase della valutazione multidimensionale successiva alla presa in carico, avvenuta dai primi giorni di luglio. Quest’ultima platea, dopo una fase transitoria nella quale continuerà a percepire il reddito di cittadinanza, transiterà nell’assegno di inclusione a partire da gennaio 2024».
Per gestire il meccanismo ci sarà la piattaforma Siisl (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) a partire dal primo settembre: sarà il sito che dovrà garantire l’interoperabilità con le attuali banche dati. Che tutto questo funzionerà ovunque in tempo e in modo efficiente è tutto da dimostrare e i dubbi li ha anche il governo se nella nota aggiunge: «Per velocizzare la presa in carico dei potenziali beneficiari, il ministero sta seguendo con attenzione il potenziamento della rete dei Centri per l’impiego». Servirà anche un decreto ministeriale (dopo il vaglio della Conferenza Stato – Regione) per fissare i criteri dei corsi che daranno diritto al sussidio di 350 euro.
Le decisioni dell’esecutivo ricadono sulle regioni per la parte della formazione lavoro e sui comuni per l’assistenza al disagio. Entrambi gli enti sono sul piede di guerra. Alla riunione di ieri i governatori hanno sottolineato di «non essere stati ancora informati sulle caratteristiche e la funzionalità del Siisl», hanno poi chiesto un aggiornamento del programma Gol – Garanzia occupabilità dei lavoratori segnalano la difficoltà di alcuni territori nel raggiungere i target «con riferimento ad esempio alle caratteristiche del contesto produttivo, alle dinamiche occupazionali, all’andamento del tasso di disoccupazione e al calo demografico» oltre alla possibilità di usufruire di deroghe per le assunzioni nei Cpi.
Fortemente scontenti i sindaci, il presidente Anci Antonio Decaro: «Non ci sono risorse nei comuni per i servizi sociali. In un nucleo familiare in cui c’è una persona e ci sono tre minori, con 350 euro come faranno a vivere?». La segretaria del Pd, Elly Schlein: «Forse Giorgia Meloni vuole passare alla storia come la prima premier che ha reso i poveri più poveri con un sms». A Roma ieri presidio davanti la sede Inps organizzato dalla coalizione Ci vuole un reddito: «Stop sfruttamento e precarietà» lo slogan. «Vogliamo strumenti di sostegno al reddito inclusivi – la posizione degli organizzatori -, salario minimo garantito, contratti stabili, lavori sicuri e non sfruttati. Vogliamo che il governo faccia marcia indietro». A Palermo si manifesterà venerdì: con oltre 37.600 sms, è la Sicilia a risentire di più dello stop al Rdc. A Napoli nuove proteste domani mattina (ore 10 Porta Capuana).
Il sindaco Manfredi: «C’è grande confusione. Le linee guida per le fragilità non ci sono ancora e non ci può essere una scelta arbitraria rispetto a chi viene preso in carico e chi no. Inoltre c’è il tema della verifica delle fragilità. La rimodulazione del reddito di cittadinanza colpisce il Sud ma non solo perché, se vediamo i numeri, ci rendiamo conto che Roma ne ha di quasi equivalenti e anche Milano ha numeri importanti».
Il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci: «A Napoli il Rdc ha compensato anche salari legati a lavori di poche ore. Vedersi ridurre della metà il sostegno, da 700 a 350 euro, senza una prospettiva di occupabilità e per appena 10 mesi, non serve a nulla. Soprattutto se la platea è composta anche da over 55. L’incrocio tra domanda e offerta non ci può essere in queste condizioni. Per accedere alla nuova misura bisognerà sostenere dei colloqui di circa 50 minuti quindi immaginiamo cosa succederà negli uffici dei Cpi e dei servizi sociali alle prese con carenza di personale».
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