Tutto finisce quando sembra cominciare, nel momento durante il quale pensiamo che quella della bambina Liyla possa prolungarsi in una delle «avventure» oscure e disperate che capita di vivere anche nei videogiochi, qualcosa di tetro e fittizio, anche se un’allegoria della realtà, che ci avvicina e al contempo allontana dal presente, ma Liyla and The Shadow of War non inventa l’orrore, prova a raccontarlo. Invece quest’opera si spegne dopo circa una ventina di minuti, il suo dramma si consuma improvviso e terribile, con la perentoria crudeltà della vita, con l’imprevedibile irrimediabilità di un Game Over definitivo, gli occhi si chiudono...