Nel ventennio tra le due guerre, la categoria di esistenza attrae come un magnete intelligenze teoretiche da molte province del pensiero. In Germania, dove incrocia il ritorno fenomenologico alle «cose stesse», impegna fra gli altri Barth, Jaspers, il primo Heidegger; in Francia Gabriel Marcel, Jean Wahl, l’esule russo Lev Šestov. Tutti hanno di mira una rotazione filosofica dalla regione degli a-priori e dei sistemi verso il carattere irripetibile dell’esistenza; tutti si alimentano alla Kierkegaard renaissance e sono stati investiti dagli annunci epocali di Zarathustra. Prima di diventare esistenzialismo ed esondare nel secondo dopoguerra dalla Francia di Sartre verso le arti e il costume, la filosofia dell’esistenza delimita...