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Quelle danze stonate tra canzoni, sneakers e pubblicità occulte

Quelle danze stonate tra canzoni, sneakers  e pubblicità occulteRussell Crowe – foto Ansa

Sanremo Polemiche dopo la gag protagonista John Travolta, Amadeus e Fiorello. La Rai nega ogni coinvolgimento

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 9 febbraio 2024

A quota trash non la batte nessuno, la gag su Il ballo del qua qua del trio Amadeus/Fiorello/Travolta rischia di diventare uno dei punti più bassi nella storia del festival dei fiori. Ma la vicenda non finisce qui, perché scoppia lo scandalo ancora una volta – dopo il caso Ferragni – intorno a un caso di ‘pubblicità occulta’. A quanto sembra, l’attore – che dal Festival avrebbe ricevuto un «rimborso spese» di 200 mila euro – è testimonial di un noto marchio di sneakers, quelle bianche che indossava mercoledì sera, prodotte da un’azienda che avrebbe contribuito sostanziosamente al cachet. E qualcuno ha notato seduto, in prima fila, il presidente di quella società, Franco Uzzeni (la “U” del marchio U-power), con indosso le stesse scarpe. La Rai nega un suo coinvolgimento: «Con Travolta non c’era nessun accordo di carattere commerciale», sottolinea il direttore Intrattenimento Prime Time della Rai, Marcello Ciannamea. L’attore, precisa, «non ha preso un cachet ma solo un rimborso spese. Anche basso. Altro non c’è».
In un festival ‘apolitico’ e dove chi affronta specifiche tematiche si conta sulle dita di una mano, tocca alla coppia formata da Stefano Massini e Paolo Jannacci (fuori gara) proporre un pezzo – L’uomo nel lampo – dalla forte connotazione sociale dedicato alle morti bianche.

Stefano Massini e Paolo Jannacci in un brano sulle morti bianche. Russell Crowe versione bluesman

«CON PAOLO mi sono immaginato una storia dove un padre che ha perso il figlio, parli con lui da una fotografia, l’unica cosa che gli è rimasta. I parenti delle vittime subiscono un’umiliazione con la teoria che ogni volta è una casualità. Basti pensare a quello che è successo a Luana D’Orazio, morta sul lavoro in giovane età», ha spiegato Massini. «È certificato che l’80% delle morti sul lavoro si eviterebbero se i lavoratori fossero tutelati». «Abbiamo cercato di fare con la massima semplicità un brano che potesse risultare giusto, piacevole, interessante», sottolinea Jannacci. L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, ma spesso ce ne dimentichiamo. Altro non posso dire perché sono solo un saltimbanco. Ma si sa: i saltimbanchi, da sempre, raccontano amare verità». «Sono incidenti – prosegue Massini – che funestano le nostre cronache, senza far notizia al punto tale che neppure destano più scandalo perché il lavoro è diventato un far west e i diritti un lusso». La canzone prosegue in qualche modo il rapporto consolidato tra lo scrittore e narratore e il musicista milanese, che hanno già prodotto lo spettacolo teatrale Storie, prodotto dal Piccolo teatro di Milano.

ABBANDONATI da tempo i panni del gladiatore, Russell Crowe ha fatto tappa ieri sul palco dell’Ariston in versione musicista, per promuovere un tour che lo vedrà protagonista il 23 giugno al Colosseo, il 9 luglio all’anfiteatro degli scavi di Pompei, l’11 luglio ad Ascoli Piceno e il 13 luglio al Palazzo Farnese di Piacenza, poi il 14 a Varese e il 6 a Bologna al teatro Nouveaux. «Sono cresciuto – ha raccontato in conferenza stampa – in una casa dove la musica era una cosa molto importante. Da giovane ho suonato in diverse live band». A Sanremo è già stato venti anni fa: «Cosa ricordo dell’ultima volta qui? (nel 2001, ospite dell’edizione presentata dalla Carrà, ndr). Ho visto cose folli, arrivavo da alcuni showcase per Armani e ho passato sedici ore con gli occhiali da sole arancioni per mascherare la stanchezza». Al festival dei fiori insieme alla sua Band, The Geentlemen Barbers, ha suonato un solo brano Let your light shine: «La musica è sempre stata uno sfogo creativo importante, quando ero nelle scuole superiori era il mio obiettivo. Vivevo con le mie band, facevo le mie performance nei piccoli teatri. Il mio primo disco è uscito che avevo 17 anni molto prima di fare cinema, e anche quando ho cominciato a girare film per molto tempo ho sempre preferito dichiararmi musicista».

IL 16 FEBBRAIO su Prime arriva il suo ultimo film, Land of Bad, dove interpreta il ruolo di un pilota di droni dell’esercito statunitense. Un film di guerra, e sui conflitti globali e in particolare sulla migrazione si sofferma l’attore: «Da tempo continuo a ripetere che quello che è fondamentale è di non scordare e non mettere da parte l’umanità. Ricordiamoci che ci sono persone che approdano sulle nostre spiagge da situazioni di sofferenze e disperazione. Non dobbiamo mai, e sottolineo mai, di trascurare l’aspetto umano».

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