QAnon, il movimento del complotto scende in piazza
Stati uniti Florida, Pennsylvania, Ohio: ai comizi di Trump i seguaci della teoria del complotto sono in aumento. È il nuovo avventismo apocalittico adattato alla “politica”, dietrologia e antiscienza cui attinge l'estrema destra
Stati uniti Florida, Pennsylvania, Ohio: ai comizi di Trump i seguaci della teoria del complotto sono in aumento. È il nuovo avventismo apocalittico adattato alla “politica”, dietrologia e antiscienza cui attinge l'estrema destra
La scorsa settimana al comizio tenuto da Trump in Florida era presente la consueta collezione di supporter in cappelletti rossi e florilegio di bandiere fra cui si è contraddistinta per astio singolare una piccola folla che ha circondato il corrispondente Cnn Jim Acosta, bersaglio preferito di Trump che prende spesso di mira il network all-news. La gente, inferocita, ha preso ad insultare il giornalista al grido di «fake news» e «traditore» e interrompendo il collegamento. Fra questi molti indossavano magliette o sventolavano cartelli su cui campeggiava una grande lettera «Q». Erano seguaci della fazione QAnon e sono apparsi progressivamente più numerosi anche nei due successivi comizi del presidente – in Pennsylvania e in Ohio: il pubblico debutto del partito complottista che ha segnato anche un nuovo livello nel progressivo squilibrio del movimento trumpista.
GLI ADEPTI DI Q, sostengono che dallo scorso autunno un fantomatico «operatore di intelligence» con credenziali top secret (il livello di accesso «Q») avrebbe iniziato a seminare indizi online riguardo la titanica lotta di Donald Trump per debellare lo “stato profondo” che il presidente non cessa di denunciare, una cabala criminale globalista – secondo la dietrologia dei Q – a cui sarebbero appartenuti tutti i presidenti americani dopo la morte di Reagan. Gli enigmatici messaggi di «Q» vengono postati su 4Chan e 8Chan ed altre reti user privilegiate dalla alt right, la nuova estrema destra, che i seguaci fedelmente raccolgono ed interpretano. Il contenuto è intenzionalmente criptico, sempre secondo la teoria, in modo da comunicare direttamente con i sostenitori di base sotto al radar degli avversari. Contro le imponenti forze di globalisti, élite liberal, stampa mainstream e cricche hollywoodiane l’attuale presidente avrebbe infatti mobilitato settori fedeli dell’esercito per prepararsi alla «battaglia finale» destinata a distruggere l’ordine globalista delle Nazioni Unite e a ripristinare il primato dell’America come unica superpotenza. Se la trama comincia ad assomigliare ad un thriller di fantapolitica o un copione della Marvel, è solo l’inizio.
La labirintica dietrologia risale a un’affermazione fatta da Trump lo scorso autunno quando, durante una foto di gruppo con i capi di stato maggiore alla Casa Bianca, ha lanciato ai fotografi un fuori onda sulla «calma prima della tempesta» rifiutandosi di spiegare meglio agli sbigottiti giornalisti presenti, ma ammiccando in direzione di militari e limitandosi ad un enigmatico «lo capirete presto». Nella surriscaldata cassa di risonanza di internet le parole sono state raccolte dal popolo dei complottisti dai cappelli rossi. La battuta avrebbe fatto riferimento alla cosmica battaglia contro le forze del male e a quello che molti Anon chiamano il grande risveglio (great awakening). Nei comizi di Trump sono comuni ormai magliette che recano scritto The Storm is Here (la tempesta è già qui). I seguaci di Q parlano di «purificazione» a portata di mano.
IL FERVORE DEI SEGUACI è quello delle escatologie religiose, un avventismo apocalittico adattato alla “politica” in cui le “pillole” lanciate da Q su 4Chan o Reddit equivalgono a testi sacri e alle parabole dei profeti. Nelle bacheche del circuito gli adepti esortano ad «avere fede nel piano» e fanno riferimento all’ormai prossima «resa dei conti». Nella febbricitante esegesi il messianico presidente non può fare affidamento su nessuno (tantomeno sugli organi di intelligence che remano contro) e per debellare le immani forze allineate contro di lui deve ricorrere all’assoluta segretezza. Gli Anon sono convinti che lo stesso Trump, dal palco di suoi comizi, lanci segnali in codice per rassicurare il proprio popolo. Così quando il presidente ha ripetutamente affermato che prima dell’elezione era stato a Washington «solo diciassette volte» i fedeli hanno esultato per l’ovvia conferma della loro tesi – dato che la Q è la 17ma lettera dell’alfabeto.
NON C’È LIMITE apparente al complottismo che si estende a bizzare teorie collaterali (il naufragio del Titanic fu organizzato da JP Morgan; John Kennedy avrebbe finto la propria morte; la stampa riceve veline dalla Cia – e dall’immancabile George Soros – ogni mattina alle quattro in punto). Una ossessione in particolare accomuna QAnon ad altre propaggini della alt right: la pedofilia. Già dai tempi della campagna elettorale erano prese a circolare in rete insistenti accuse riguardo un fantomatico traffico internazionale di bambini diretto da Hillary Clinton e altri maggiorenti del partito democratico. La questione era sfociata in una mancata strage quando un paladino armato di fucile automatico aveva fatto irruzione in una pizzeria della capitale per sgominare i perversi malfattori e cogliere Hillary con le mani nel sacco, un incidente noto come pizzagate che fu prima avvisaglia del potenziale pericolo rappresentato della galassia bufalara.
LA PEDOFILIA è anche tema ricorrente della manosphere, il movimento ultarmaschilista guidato da Mike Cernovich un troll che ha preso di mira esponenti di Hollywood con denunce di “filo pedofilia” (costate di recente la carriera a James Gunn, regista della serie Guardiani della Galassia). Gli adepti di QAnon si dicono convinti che una vasta rete di trafficanti di bambini sia il principale obbiettivo di Trump che li starebbe attivamente debellando lontano dagli occhi indiscreti della stampa.
Va da se che il dedalo complottista e il vasto serbatoio di ingenuità su cui attecchisce è un humus ideale per l’eventuale pilotaggio di nuove bufale da parte di chi volesse fomentare disinformazione ed indirizzare l’odio verso bersagli specifici. Il dato principale qui però non è tanto la manipolazione bensì la giuliva credulità, la disponibilità – o forse il bisogno – di credere, di sublimare lo scontro “politico” o sociale in una narrazione romanzata e raccapricciante in cui, come in un libro di Dan Brown, o in un fumetto di Hell Boy sono intercambiabili gesuiti, illuminati, comunisti o massoni (e che tra l’altro getta le basi per la spiegazione – e il rifiuto – di ogni eventuale sconfitta elettorale che i Q inevitabilmente percepirebbero come ennesimo complotto).
I Q TUTTAVIA sono ora allo scoperto come componente consistente di un movimento trumpista, fondato sulla falsità recidiva coltivata da un presidente che ha predicato la sua ascesa politica sulla calunnia del falso certificato di nascita di Obama – e che una volta in carica ha fatto della menzogna (twittata o affidata ai portavoce) il cardine della propria amministrazione. Q è il prodotto inevitabile della bufala militarizzata abbinata all’ignoranza orgogliosamente rivendicata come forza purificatrice e rivoluzionaria.
Nell’attuale fenomeno si sedimentano inoltre decenni di storpiature televisive della Fox e di cultura internettiana di operatori come Steve Bannon che hanno per anni rivendicato par condicio a creazionismo o anti-vaccinismo denunciando che istruzione e scienza sono strumenti dell’oppressione elitaria fino a farne un articolo di fede. E come ormai comprovato il metodo è applicato con carta carbone dai “fascio-democratici” italiani che hanno ugualmente preparato il terreno alla presa di potere con il tappeto di bufale che rende possibile e plausibile ogni utile dietrologia e impone un “nichilismo dei fatti” e che permette intemperanze ed escandescenze con inquietanti prospettive di scontro.
Un opera orwelliana accelerata fino alla presente manifestazione di un movimento impermeabilizzato dalla profezia autoavverante secondo cui ogni confutazione è semplicemente riprova e conferma del complotto. La tempesta è già qua.
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