Pylos, nuovi dubbi sulla versione greca
Lutto universale Dall'analisi delle rotte delle altri navi il peschereccio sembra rimasto fermo per ore. La guardia costiera ellenica ribadisce: si muoveva a bassa velocità
Lutto universale Dall'analisi delle rotte delle altri navi il peschereccio sembra rimasto fermo per ore. La guardia costiera ellenica ribadisce: si muoveva a bassa velocità
C’è un nuovo mistero intorno al grande naufragio di Pylos: il movimento del peschereccio nelle ultime ore prima del ribaltamento. Un video del portale di analisi Marine Traffic, pubblicato per primo dalla Bbc, mostra le rotte delle diverse imbarcazioni che si muovono nell’area della tragedia nelle ore immediatamente precedenti.
IL BARCONE carico di 750 migranti, secondo le stime di diverse autorità e organizzazioni internazionali, non era dotato del dispositivo per diffondere il segnale necessario al tracciamento. Verosimilmente la sua posizione è stata individuata grazie alle ultime coordinate fornite dalle persone a bordo. Deve essere quella giusta perché è perfettamente coerente con i movimenti delle unità che le ronzano intorno. Come quelli delle Lucky Sailor e Faithful Warrior, che per prime sono state indirizzate dalle autorità greche a portare assistenza.
Il video fornito al manifesto da Marine Traffic, pubblicato per primo dalla Bcc
USANDO COME riferimento l’ora Utc (Coordinated Universal Time), il mezzo su cui viaggiano i migranti sembra rimanere fermo già dalle 15 di martedì 13 giugno. Il naufragio, secondo il ministero della Navigazione di Atene, è avvenuto intorno alle 23 Utc (le 2 ora greca) del giorno seguente. E infatti da quel momento convergono sul punto indicato in giallo molte più unità, sebbene tutte le navi in zona siano dirottate dalle 23.30. L’animazione di Marine Traffic lo mostra chiaramente. Secondo la versione fornita dalle autorità greche dopo la strage, però, i migranti avrebbero rifiutato le offerte di aiuto perché si stavano dirigendo verso l’Italia. Versione ribadita ieri dalla guardia costiera ellenica che con un comunicato ha sostenuto che «nelle ore serali il peschereccio si muoveva autonomamente, a bassa velocità».
Dopo l’approvvigionamento fornito dai due mercantili menzionati avrebbe percorso sei miglia nautiche, trenta in totale dal suo avvistamento (presumibilmente quello di un velivolo Frontex poco prima delle 10 di mattina). A sostegno di questa tesi non sono state pubblicate immagini, le prove sarebbero però allegate a una relazione consegnata agli inquirenti.
SULLE IMMAGINI dei guardiacoste ci sono altri punti interrogativi. La nave militare impiegata nell’operazione, la Ls 920, è fornita di telecamera ma da Atene hanno sempre detto che quella sera non ha effettuato registrazioni. Domenica, però, la testata investigativa Documentonews.gr ha pubblicato un testo del tenente Miltiadis Zouridakis, comandante dell’unità, in cui l’uomo dichiara di aver consegnato una relazione con allegate cinque copie del diario di bordo e materiale audiovisivo. Il documento, del 15 giugno, è controfirmato per avvenuta ricezione.
Intanto il numero delle vittime confermate è salito a ottanta: sono stati recuperati altri due cadaveri. Le operazioni di ricerca dei corpi continuano. Sempre ieri il Pakistan ha osservato una giornata di lutto nazionale per il naufragio: sul barcone avrebbero perso la vita circa 300/400 cittadini del paese asiatico. La maggior parte provenienti dall’Azad Jammun e dal Kashmir, territorio conteso con l’India. Nelle province di Punjab e Sindh sono stati arrestati due uomini che sarebbero collegati con il traffico di persone e avrebbero partecipato all’organizzazione del viaggio finito in tragedia.
OGGI INVECE saranno interrogati i nove presunti scafisti, di nazionalità egiziana, accusati dalle autorità elleniche. L’udienza era inizialmente prevista per ieri ma il tribunale di Kalamata l’ha rinviata per dare la possibilità ai difensori di analizzare le testimonianze che nove sopravvissuti, di nazionalità pakistana e siriana, hanno fornito nel fine settimana. Gli accusati si sono dichiarati innocenti attraverso i loro legali, affermando di essere passeggeri e non scafisti.
Il segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo) Kitack Lim, invece, ha rilasciato una dichiarazione che per la tempistica risulta sorprendente. A pochi giorni da uno dei più grandi naufragi del Mediterraneo ha detto: «Elogio gli sforzi delle autorità greche e delle squadre coinvolte nell’operazione di ricerca e salvataggio, che hanno permesso di salvare molte vite».
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