Putin attacca la Casa bianca: «Spinte egoistiche illimitate»
Forum economico di San Pietroburgo Sfiorata la collisione nel mar cinese meridionale tra una nave russa e una americana. «La Russia deve diventare una delle prime cinque potenze del mondo entro il 2024»
Forum economico di San Pietroburgo Sfiorata la collisione nel mar cinese meridionale tra una nave russa e una americana. «La Russia deve diventare una delle prime cinque potenze del mondo entro il 2024»
Proprio mentre Putin stava per prendere la parola alla seduta plenaria del Forum Economico di San Pietroburgo, nel Mar cinese orientale due navi militari, una russa e una americana, sfioravano la collisione. Scontro e crisi diplomatica evitata di un soffio ma ulteriore dimostrazione di quanto i rapporti tra Mosca e Washington siano tesi.
TENSIONI CHE PUTIN nel suo discorso ha sottolineato e analizzato. Secondo il presidente russo è proprio la Casa bianca il maggiore ostacolo alla soluzione dei principali problemi sul tappeto su scala mondiale. Putin ha osservato che l’economia mondiale è entrata da tempo in una fase di guerre commerciali e di crescente protezionismo, sia dirette sia occulte.
La crescente competizione costringe i principali paesi a parlare la lingua delle sanzioni, di cui il principale imputato sono proprio gli Usa da tempo impegnati a bloccare il libero commercio. La globalizzazione per Putin si è trasformata «in parodia, in una caricatura, da quando le regole internazionali comuni vengono sostituite da leggi, meccanismi amministrativi e giudiziari di un paese o gruppo di stati influenti, di cui mi dispiace dirlo fanno parte gli Usa, che estendono la loro giurisdizione in tutto il mondo».
La frammentazione dello spazio economico globale da parte di spinte «egoistiche economiche illimitate», apre la strada «a guerre commerciali e non solo» a «uno scontro senza regole del tutti contro tutti». Si tratta dell’attacco più esplicito e più strategico di Putin al ruolo americano nel mondo in 19 anni di presidenza, probabilmente concordato con Xi Jinping nell’incontro al Cremlino di mercoledì.
IL VOLTO DEL PRESIDENTE CINESE, mentre parla Putin, è la solita sfinge da «leader del soft power», ma l’offensiva del suo omologo russo non può non fargli piacere.
In particolare quando Putin rompe la neutralità mantenuta finora sull’«affaire Huawei» schierandosi apertamente con Pechino. In quella che è stata da molti definita «la prima guerra tecnologica dell’era digitale si sta cercando di spingere fuori, senza tante cerimonie, qualcuno dal mercato globale» ha tuonato lo «Zar» dal palco. Il presidente russo ha avvertito però che la contesa è ben più ampia e riguarda le devastanti conseguenze della monopolizzazione da parte statunitense dell’accesso alle innovazioni tecnologiche.
UN PROBLEMA CHE LA RUSSIA conosce assai bene e la costringe alla semi-periferia del mercato mondiale, esportatrice di materie prime in cambio di alta tecnologia occidentale. Per ridurre il gap, il presidente russo ha chiamato alla mobilitazione, con un inedito afflato antimperialistico, tutti gli Stati e i cittadini che si trovano al fondo di questa nuova «scala sociale».
«I tentativi di monopolizzare la nuova ondata tecnologica e limitare l’accesso ai suoi vantaggi – ha sostenuto Putin – sposta il problema della disuguaglianza globale a un livello completamente nuovo…in sostanza c’è un tentativo di creare due mondi. Uno in cui le persone hanno accesso ai più avanzati sistemi di istruzione, assistenza sanitaria, tecnologie moderne, e un altro dove gli individui restano senza prospettive, non hanno possibilità di uscire dalla povertà».
«E un sistema, basato su un’ingiustizia sempre più evidente non sarà mai stabile» ha chiosato il presidente russo.
MA LA RISPOSTA che il leader russo da all’ottuso dominio della finanza e della tecnologica da parte americana è paradossalmente solo in chiave nazionalista: «la Russia deve diventare una delle prime 5 potenze del mondo entro il 2024» ha concluso Putin.
Le previsioni sull’economia del suo paese per i prossimi anni per ora non gli danno ragione (quest’anno il prodotto lordo crescerà solo del 1,3% e per il prossimo anno si addensano nubi recessive) ma il presidente russo ha già dimostrato altre volte di saper uscire da situazioni apparentemente senza sbocchi.
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