«Profughi come clandestini». Bufera sul libro di testo
Su un sussidiario per la quinta «Gli italiani li considerano una minaccia per il proprio benessere». Il ministro dell’Istruzione Fedeli chiede all’Associazione editori di svolgere delle verifiche
Su un sussidiario per la quinta «Gli italiani li considerano una minaccia per il proprio benessere». Il ministro dell’Istruzione Fedeli chiede all’Associazione editori di svolgere delle verifiche
Profughi uguali ai clandestini. La comparazione non appare sul muro di qualche città italiana ma all’interno di un sussidiario della casa editrice Il Capitello destinato ai bambini di quinta elementare. I tre autori, Berardi, Giorgi e Ribaudo, risolvono le motivazioni che spingono centinaia di migliaia di persone a lasciare il proprio paese in maniera a dir poco semplicistica: «E’ aumentata la presenza di stranieri, provenienti soprattutto dai paesi asiatici e dal Nord Africa», scrivono. «Molti vengono accolti in centri di assistenza per profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge». Asserzioni che mettono assieme, accomunandoli nella definizione di «clandestini», sia chi viene in Europa alla ricerca di condizioni di vita migliori che quanti fuggono da guerre e persecuzioni.
A segnalare il contenuto del libro, intitolato «Diventa protagonista» è stata una mamma che ha postato la pagina incriminata, poi ripresa dai volontari di Baobab Experience, associazione che da anni accoglie e assiste migranti nella capitale, che hanno chiesto alle casa editrice di giustificarne i contenuti. Prima della replica degli editori, però, sono arrivate le reazioni alla lettura del testo. Per l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini «questi libri sono stati adottati per formare i cittadini di domani all’intolleranza». L’esponente del Pd si è poi rivolta al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli chiedendo «chi ha scelto questo testo?». Stessa reazione indignata anche da parte della portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa Carlotta Sami, che definisce il libro «superficiale, ignorante, discriminatorio. Una vergogna».
Nel sussidiario si spiega anche come le difficoltà dell’integrazione rappresentino una minaccia per gli italiani, che si ribellano a questa situazione. «Nelle nostre città – si legge – gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile: per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti».
La risposta della Miur arriva nel pomeriggio, Con una nota la ministra Fedeli fa sapere di aver chiesto all’Aie, l’Associazione degli editori di fare delle verifiche sul testo in questione. «L’educazione si fa con dati verificati, con contenuti oggettivi, con un linguaggio rispettoso» aggiunge la ministra, per a quale «bisogna fornire alle studentesse e agli studenti strumenti oggettivi, analitici e approfonditi, diversamente si fa cattiva educazione».
Reazioni anche dal mondo della politica. Simona Malpezzi, responsabile scuola del Pd ha presentato un’interrogazione al Miur per sapere come intenda intervenire perché «è grave che su un libro destinato alla scuola primaria si proceda a una serie di semplificazioni per cui gli immigrati sono quasi tutti clandestini irregolari e l’integrazione è una minaccia per il benessere dei cittadini italiani», mentre i verdi hanno chiesto alla ministra Fedeli di «ritirare immediatamente il libro». Scontato, e di tutt’altro genere, il commento di Matteo Salvini. «A scuola non si può dire clandestini? Siamo in un Paese libero o in un regime?», ha detto il leader della Lega.
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