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Processo a Trump, la parola a Stormy Daniels

Processo a Trump, la parola a Stormy Daniels

Trump Up the Volume Prima puntata della rubrica che segue i processi penali contro il candidato repubblicano, e principalmente quello che, con ogni possibilità, è l’unico dei quattro che si terrà prima delle elezioni: quello di New York

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 9 maggio 2024

Imprecazioni di Trump, racconti esageratamente dettagliati, stampa in visibilio: ieri ha avuto inizio la testimonianza di Stormy Daniels, la ex pornodiva protagonista del processo penale contro Donald Trump che va avanti dal 15 aprile a New York.

Al centro del processo ci sono 130.000 dollari pagati nel 2016 proprio a  Stormy Daniels, per non farle rivelare una relazione sessuale avuta con Trump nel 2006 a Lake Tahoe, in Nevada, durante un torneo di golf.

La somma è stata pagata dall’ex avvocato e tuttofare del tycoon, Michael Cohen, e gli è stata rimborsata alla voce «spese legali» dallo stesso ex presidente, falsificando la contabilità aziendale, in violazione – questa la tesi della procura di Manhattan – delle leggi contabili ed elettorali.

In questo processo Trump deve affrontare 34 capi di imputazione, ma l’ex presidente ha ripetuto più volte di essere innocente, che è una caccia alle streghe e che l’incontro intimo con Stormy Daniels non è mai avvenuto.

Eppure vi sono fotografie e tabulati telefonici che dimostrano il contrario, ed ora si stanno accumulando anche le testimonianze sotto giuramento durante il processo.

Una ex contabile della Trump Organization, Deborah Tarasoff, ha incrinato la tesi della difesa, secondo cui Trump non era coinvolto nelle transazioni, testimoniando che alcuni degli assegni usati da Cohen per pagare Stormy Daniels – mostrati anche alla giuria -, erano stati firmati personalmente da Trump.

Dopo aver dichiarato più volte di volere assolutamente testimoniare, pare che Trump abbia scelto invece la strada del silenzio, o almeno così hanno detto i suoi avvocati. Non è chiaro se in seguito cambierà idea di nuovo.

Chi invece ha già testimoniato è stata la stessa Daniels. La sua testimonianza, anche se era prevista, è arrivata come un fulmine a ciel sereno per Trump che non era stato informato sulla data e si è trovato di fronte la deposizione della pornostar. Il tycoon non l’ha presa bene, e sul suo canale Truth social ha accusato il giudice Juan Merchan di essere corrotto e politicamente motivato contro di lui.

Il post è poi stato cancellato, ma è proprio a causa di questi exploit che Trump è stato multato (allo stato attuale per un totale di 10.000 dollari)  e redarguito più volte, per aver infranto l’ordinanza restrittiva emanata dal giudice che gli proibisce di attaccare pubblicamente testimoni, pubblici ministeri e giurati: proprio per evitare queste “intemperanze” la testimonianza di Daniels è stata annunciata all’ultimo momento

A causa dei continui attacchi sui social, Merchan è arrivato a dire a Trump di stare valutando la possibilità di incarcerarlo, dato che le sanzioni economiche non sembrano funzionare. «L’ultima cosa che voglio è metterti in prigione – ha detto il giudice – ma ho un compito da svolgere».

Durante la pausa pranzo, a metà della testimonianza di Daniels, Merchan ha convocato l’avvocato di Trump, Todd Blanche, per dire che il suo cliente aveva «imprecato in modo udibile» ed era sembrato che volesse intimidire Daniels mentre stava testimoniando.

Tenere a bada Trump durante il processo non è un compito facile, e la deposizione dettagliata della donna che l’ex presidente sostiene di conoscere a malapena lo ha messo a dura prova.

Daniels è apparsa nervosa ma non ha indietreggiato nell’illustrare la sua versione dei fatti su quell’incontro avvenuto quando aveva 27 anni e Trump 60, «Più anziano di mio padre», come ha sottolineato.

I media Usa si sono concentrati su alcune parti del racconto: il paragone raccapricciante fatto dal tycoon fra la pornoattrice e sua figlia Ivanka (definite entrambe intelligenti, bellissime e sottovalutate), la confessione fatta da Trump a Daniels secondo la quale non condivideva più un letto con sua moglie Melania, e alcuni dettagli salaci sul rapporto avuto – che il giudice ha subito fermato in quanto non rilevanti nel caso.

L’accusa ha fatto a Daniels molte domande dettagliate, in modo da superare la retorica del “la mia parola contro la tua”: arricchendo il racconto della porno attrice (l’arredamento della suite dove è avvenuto l’incontro, l’abbigliamento, le sensazioni provate) sarà più difficile demolire la sua testimonianza sostenendo che niente di cui si è parlato in aula è mai accaduto.

Daniels ha raccontato che dopo quell’incontro ci sono stati altri contatti fra lei e Trump, che le aveva proposto di fare parte del reality show che conduceva a quei tempi, The Apprentice, e che i contatti si sono freddati e infine terminati quando quella proposta è sfumata.

Ora la prossima testimonianza che tutti aspettano è quella dell’ex avvocato Cohen, che potrebbe cominciare già la prossima settimana.

Se queste sono le notizie che arrivano da New York, le cose per Trump vanno molto meglio in Florida, dove la giudice Aileen Cannon ha rinviato a data da destinarsi il processo  relativo ai documenti classificati trovati nella residenza di Mar-a-Lago del tycoon.

L’inizio del processo era previsto per il prossimo 20 maggio, ma a causa di questioni legali irrisolte è improbabile che inizi prima delle elezioni presidenziali del prossimo novembre.

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