Molte cose distinguono i progressisti dai conservatori, dai reazionari. Democrazia, giustizia, libertà, solidarietà, umanità, antifascismo. E proprio negli ultimi giorni, con la tragedia di Crotone, con l’assalto squadristico a giovani democratici fiorentini, abbiamo avuto la conferma di quanto sia profondo il divario tra il fronte che in un modo nell’altro sta all’opposizione e quello che ha dato vita al governo Meloni.

E ieri la piazza ha iniziato a fare scuola. Promossa da Cgil, Cisl e Uil, la manifestazione contro lo squadrismo che prova a rialzare la testa, ha riempito le assolate strade di Firenze con decine di migliaia di persone, e, aspetto non secondario, ha riunito sotto la bandiera antifascista quasi tutte le forze progressiste e di sinistra. Una risposta forte, popolare, costituzionale all’aria pesante che tira nel Paese.

Sicuramente è stato sonoro lo schiaffone ricevuto dall’improbabile ministro della pubblica istruzione Valditara, un campione di ipocrisia nel dare il benvenuto ai manifestanti. Proprio lui che, all’indomani del pestaggio davanti al liceo Michelangelo, e di fronte alla lettera della preside Savino, in difesa dei principi antifascisti, aveva minacciato provvedimenti disciplinari, fedele al motto “a scuola non si fa politica”. Sulla falsariga dell’indegno striscione “la scuola non è antifascista, è libera” comparso ieri davanti a un blasonato liceo padovano, opera di un gruppetto di giovani di destra.

Non poteva esserci migliore medicina di una bella mobilitazione di ragazze, ragazzi, associazioni, sindacati, forze politiche per sanare la ferita del pestaggio subito dagli studenti. Un messaggio inequivocabile ai fascistelli che si sentono protetti dai nuovi inquilini di palazzo Chigi.
Anche Milano ha battuto un colpo contro i decreti che rendono sempre più difficile il soccorso e l’accoglienza per i migranti. Un presidio promosso dalle Ong e accolto da decine di associazioni, per denunciare la orribile, straziante fine di decine di migranti sulle coste calabresi. E la distanza della premier da quella spiaggia di morte.

Ma ieri a Firenze si è accesa una timida luce, come diretta conseguenza della nuova leadership del Partito democratico: la ritrovata sintonia tra Pd e M5S, simbolicamente fotografata dall’abbraccio in piazza tra Schlein e Conte. Dopo il 25 settembre, i partiti progressisti e di sinistra devono attrezzarsi ad una lunga marcia: siamo solo ai primi passi.