Primarie Républicains: in testa Ciotti, che guarda a Zemmour
Verso le presidenziali francesi Il deputato di Nizza, vicino all’estrema destra, se la vedrà sabato con Valérie Pécresse
Verso le presidenziali francesi Il deputato di Nizza, vicino all’estrema destra, se la vedrà sabato con Valérie Pécresse
Eric Ciotti, deputato di Nizza vicino all’estrema destra, è arrivato in testa al primo turno delle primarie interne dei Républicains (Lr), con il 25,59% dei voti degli iscritti. Sabato ci saranno i risultati del secondo turno e il nome del candidato della destra alle presidenziali del 10 e 24 aprile.
Ciotti sfida Valérie Pécresse, presidente della regione Ile-de-France, rappresentante di una destra più classica, arrivata seconda con il 25%. Sulla carta, Pécresse dovrebbe vincere: ha avuto l’appoggio, ieri, dei tre candidati sconfitti, due per un soffio, Michel Barnier, negoziatore del Brexit, che ha preso il 23,9%, Xavier Bertrand, presidente della regione Hauts-de-France (22,3%) e del medico Philippe Juvin (3,1%). Ma gli iscritti Lr (113.038 votanti) sono più a destra dell’elettorato dei républicains (si era già visto nel 2017: avevano scelto il più a destra, François Fillon, poi, in pieno scandalo di corruzione, escluso dal ballottaggio).
Eric Zemmour, il polemista televisivo di estrema destra, candidato per la presidenziale, si è subito congratulato con Ciotti: «Felice, caro Eric, di vedere le nostre idee ampiamente condivise dai militanti di Lr». Ciotti, giorni fa, aveva dichiarato la vicinanza delle sue idee con quelle di Zemmour, che fa «giuste constatazioni».
L’obiettivo dei due è simile: scongelare il voto di estrema destra, chiuso nel ghetto dei Le Pen, spostando l’asse della destra classica. Per Ciotti, «Marine Le Pen è un’assicurazione sulla vita per il sistema macroniano», lui si vanta di riprendere le idee dell’estrema destra ma di poter vincere perché esponente di un partito di governo. Ciotti ha rivendicato le sue linee-guida: autorità, identità, sicurezza, libertà, meno tasse. Contro «il pericolo dell’islamismo», contro le idee di centro («non vinceremo ad essere socil-democratici»), contro Macron, per il quale, ha dichiarato ieri, non ha votato nel 2017 nel ballottaggio contro Marine Le Pen (Ciotti giorni fa aveva dichiarato che, in caso di sfida Macron-Zemmour, avrebbe votato per Zemmour).
Ciotti, nella campagna, ha già indicato il nome del primo ministro, se vincerà le presidenziali: Laurent Wauquiez, il presidente della regione Aubergne-Rhône-Alpes, schierato molto a destra. Il posizionamento vicino all’estrema destra di Ciotti ha già creato abbandoni in Lr, come il presidente della regione Provence-Alpes-Côte-d’Azur, Renaud Muselier, entrato nel movimento Horizon fondato dall’ex primo ministro, Edouard Philippe.
Il peso dell’estrema destra nell’elettorato – i sondaggi indicano che un terzo dei francesi approva le idee di Le Pen e Zemmour – ha già condizionato la campagna delle primarie Lr. I cinque candidati hanno fatto a gara nelle proposte più a destra insistendo sul rifiuto dell’immigrazione. Pécresse ha promesso tagli drastici tra i pubblici dipendenti. Juvin la appoggia perché difende una destra «europeista, liberale, umanista». Ma Pécresse, ieri, si è presentata di «destra, senza vergogna», per «la fierezza, l’ordine».
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