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La missione possibile di Elly Schlein

In Campania Stefano Bonaccini poteva contare su quasi tutto il gruppo dirigente a cominciare dal presidente campano Vincenzo De Luca, i consiglieri regionali, quasi tutti i parlamentarie e due ex parlamentarti (Lello Topo e Umberto Del Basso De Caro). Con Elly Schlein il parlamentare Marco Sarracino, Art1 e l’assessora comunale franceschiniana Teresa Armato. Alla fine il voto ai gazebo è andato proprio a Bonaccini che ha incassato il 68,53% ma a Napoli e Caserta, senza le rispettive province, è Schlein a vincere, confermando nel primo caso il voto dei circoli. A Caserta invece non si è votato nei circoli perché il tesseramento resta bloccato e si potrebbe andare verso un nuovo commissariamento.

Sono andati ai gazebo in 90.584. In attesa dei dati ufficiali delle commissioni provinciali, i numeri che giravano ieri pomeriggio confermavano il napoletano come il territorio dove il governatore dell’Emilia Romagna è andato peggio con il 57,5% dei consensi, nel salernitano il bottino più alto con il 79,5%. Guardando i numeri assoluti, ad Avellino e provincia la sfida dovrebbe essere finita 7.001 voti per Bonaccini contro 2.783 per Schlein; nel beneventano 7.300 preferenze per Bonaccini contro 2.267 per Schlein; nel salernitano 21.210 contro 5.459.

Nel casertano 5.555 voti per Bonaccini, 2.552 per Schlein ma in città sono 297 contro 421. A Sessa Aurunca, uno dei comuni del tesseramento gonfiato, Bonaccini è al 96%. In Terra di lavoro lo scontro sulle iscrizioni è stato tutto interno al fonte Bonaccini con il lato Schlein ad accusare i rivali. Ieri l’eurodeputata casertana Pina Picierno, vice di Bonaccini alle primarie, ha postato: «Se questo congresso si è svolto con rispetto e spirito costituente lo si deve soprattutto a lui e alla capacità di mettere la politica al primo posto». Nel napoletano 20.712 voti per Bonaccini, 15.309 per Schlein. Ma a Napoli città il primo si è fermato a 5.335 mentre la seconda è salita a 6.255. Bonaccini incassa in totale 29 delegati in assemblea nazionale contro i 15 di Schlein.

Dal governatore campano ieri nessun commento. I nervi sono tesissimi perché in regione i contraccolpi potrebbero essere più d’uno, soprattutto in casa De Luca. Innanzitutto la missione «terzo mandato» sembra tornare in altro mare. Se da Bonaccini era arrivato il Sì alla ricandidatura di De Luca nel 2025, Schlein alla vigilia del voto aveva ribattuto con un No aggiungendo: «Il cambiamento non si annuncia, si pratica per davvero».

E poi c’è la posizione del figlio Piero, parlamentare Pd di Base riformista. L’accordo con Letta e poi con Bonaccini hanno prodotto due incarichi: vice capogruppo alla Camera (e ricandidatura blindata) nel primo caso; coordinatore per le iniziative politiche e il Mezzogiorno per la mozione nel secondo, con la prospettiva di un posto di rilievo nel partito in caso di vittoria di Bonaccini. Le urne hanno ribaltato il pronostico e il posto di vice capogruppo non potrà essere conservato. Mentre il posto in segreteria andrà a Sarracino, coordinatore organizzativo della mozione Schlein.

Poi ci sono le caselle di segretario regionale e metropolitano di Napoli da riempire. Una pace armata era stata raggiunta prima dei gazebo tra De Luca, i consiglieri regionali e la mozione Schlein per due nomi di sintesi: rispettivamente, Rosa D’Amelio e Giuseppe Annunziata. Dopo l’esito del voto, almeno su Napoli ci potrebbe essere un cambio di scenario se il fronte Bonaccini si mostrasse disponibile con un gesto distensivo. «Il voto di Napoli è una chiara richiesta di cambiamento» spiegano dal lato Schlein, che è già al lavoro con i 5S e Roberto Fico per fare fronte comune alle prossime elezioni locali.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nonostante le foto diffuse dallo staff con Bonaccini e il lungo comunicato diramato a gennaio, si è tenuto le mani libere così ieri ha postato: «Auguri di buon lavoro a Elly Schlein e al Pd. Adesso la sfida di mettere in movimento una grande comunità riformista e progressista».