Ai russi all’inizio non era chiaro neanche come chiamarsi a vicenda. «Dorogie rossiyane!», «cari rossiani!», diceva Boris Eltsin nei primi discorsi ai cittadini di una federazione costruita in pochi mesi sulle rovine sovietiche, terra di granai e di galere con 150 milioni di anime e duecento gruppi etnici diversi. Un termine politico e politicamente corretto, lontano da russkie, decisamente più popolare ma usato per definire in modo esclusivo origini e radici. Insomma, da una parte il sangue e dall’altra l’anima, avrebbe detto il grande rivale di Eltsin, il leader comunista Gennadij Zijuganov, che di sé all’epoca scriveva senza giri di...