Lavoro

Prato, sprangate contro gli accordi nel distretto cinese

Prato, sprangate contro gli accordi nel distretto cineseIl presidio operaio preso d'assalto a colpi di spranga – Biagianti

8x5 Assalto di stampo mafioso al picchetto degli operai pakistani e del sindacato di base Sudd Cobas, quattro feriti. "La prossima volta vi spariamo". In risposta scioperi del turno di notte degli operai migranti del "distretto parallelo", e domenica manifestazione davanti ai cancelli dell'azienda dove si stava svolgendo il presidio di protesta. "Lottiamo per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana, invece che 12 ore al giorno sette giorni su sette, e contratti regolari"

Pubblicato circa 4 ore faEdizione del 10 ottobre 2024

Stava avendo successo lo “Strike Day” avviato lo scorso fine settimana dal sindacato di base Sudd Coba insieme agli operai pakistani, per contrastare il sistema di sfruttamento che connota molte piccole aziende del “distretto parallelo” cinese di Prato. Accordi per la giornata di otto ore per cinque giorni la settimana erano stati chiusi con l’azienda Zipper di Seano, la tessitura Sofia di Montemurlo e la stireria Tang di Prato. Ma la scorsa notte il presidio ai cancelli della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano è stato aggredito a colpi di spranghe di ferro da almeno una mezza dozzine di persone incappucciate. “La prossima volta vi spariamo”, hanno urlato gli aggressori allontanandosi dopo il pestaggio.

Quattro i feriti, due operai pakistani e due sindacalisti del Sudd Cobas, fra cui il coordinatore Luca Toscano, portati in ospedale per essere medicati. Appena avuta la notizia dell’assalto al picchetto, i lavoratori migranti di altre ditte della zona sono entrati in sciopero per tutto il turno notturno, e hanno dato vita a una manifestazione nel centro di Prato. “È inaccettabile che chi manifesta per i propri diritti sia aggredito – ha detto la sindaca Ilaria Bugetti – chiedo alle autorità competenti di intervenire per riportare sul piano del confronto civile la vertenza”. “Non si può stare in silenzio di fronte a questo modo di sfruttare il lavoro”, ha aggiunto il sindaco di Carmignano, Edoardo Prestanti.

La procura ha aperto un’inchiesta per lesioni e minacce gravi, sul caso sono al lavoro i carabinieri. “A compiere l’attacco squadrista al picchetto sono stati degli italiani – racconta lo stesso Toscano – assoldati da un sistema mafioso che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato che li organizza. Lavoratori che lottano per il diritto di lavorare con dignità 40 ore a settimana, invece che 12 ore al giorno sette giorni su sette. Operai che chiedono l’applicazione di contratti regolari e orari di lavoro dignitosi”.

In risposta il Sudd Cobas annuncia una mobilitazione ancora più forte, e una “manifestazione antimafia” proprio a Seano, nel comune di Carmignano, con concentramento domenica prossima alle 17.30 in via Galilei, dove ha sede la pelletteria Confezione Lin Weidong. Il sindacato lancia un appello “al territorio, ai comitati, alla società civile, al mondo dell’associazionismo, per manifestare e reagire agli attacchi ai lavoratori, che avvengono perché gli scioperi vincono e trasformano pezzo dopo pezzo questo distretto, come dimostrato in questi giorni di Strike day”.

“Quanto accaduto questa notte a Seano è inaccettabile – osservano i dem Emiliano Fossi, segretario regionale del partito, e Marco Furfaro – il Pd della Toscana è vicino ai lavoratori che mentre manifestavano pacificamente per i loro diritti sono stati aggrediti. Muovere azioni così brutali contro lavoratori in sciopero ha dell’inverosimile e non può essere tollerato”.
Valerio Fabiani, consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, ha scritto alla prefetta di Prato, Michela Savina La Iacona, chiedendo di tutelare adeguatamente le mobilitazioni sindacali. E nel dare la loro totale solidarietà a Toscano, i fiorentini Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra progetto comune ricordano: “Lo ripetiamo da anni, c’è un intero ambito di criminalità ignorato o sottovalutato dal sistema politico e istituzionale. Il tema non riguarda solo il comparto moda, è evidente la necessità di una scomoda riflessione sulla sostenibilità del nostro tessuto produttivo, e sulle condizioni su cui almeno in parte si fonda”.

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