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Posti letto a Venezia, il sorpasso dei turisti

Turisti a Venezia sul Canale di San Marco foto AnsaTuristi a Venezia, il bacino di San Marco – Ansa

Abitare Per i residenti sono 49.304 per i visitatori 49.693, e i dati ufficiali del Comune non considerano il sommerso o le residenze fittizie. Il conto grazie a Venessia.com e osservatorio Ocio che si battono per il diritto alla casa

Pubblicato circa un anno faEdizione del 10 settembre 2023

A Venezia il numero di posti letto turistici ha superato quello dei residenti. A settembre 2023 nella città lagunare si contano infatti 49.304 residenti e 49.693 posti letto per turisti: il rapporto tra turisti e residenti è dunque di uno a uno. Il sorpasso è stato annunciato sabato mattina con una conferenza stampa da due organizzazioni, l’Osservatorio civico indipendente sulla casa e sulla residenzialità (Ocio) e Venessia.com, che si battono per il diritto all’abitare a Venezia. I dati sono quelli ufficiali del Comune e non considerando il sommerso ricettivo o le residenze fittizie.

Vanessia.com aveva già installato un ‘contatore’ di residenti nella città storica sulla vetrina della farmacia Morelli. Il 17 aprile scorso Ocio ha fatto lo stesso per segnalare l’aumento dei posti letto turistici, con un contatore sulla vetrina della libreria Marco Polo. «Non pensavamo che in pochi mesi questo contatore superasse quello dei residenti. Da aprile a oggi, in soli 5 mesi, il contatore dei posti letto ha registrato un +1.097, quello dei residenti un -61» informa Ocio. Dal 1997 al 2022 la municipalità di Venezia, Murano, Burano ha perso in media 2,4 residenti al giorno, mentre ha acquisito 4,8 posti letto al giorno. La città storica perde mediamente 2,23 abitanti al giorno, mentre l’intero estuario ne perde quasi 3.

IL SORPASSO ARRIVA a pochi giorni dalla 45esima sessione del Comitato del patrimonio mondiale Unesco, durante la quale si discuterà dell’inserimento di Venezia e la sua laguna tra i siti Patrimonio mondiale in pericolo a causa della «continua apertura di nuovi alberghi e la mancata regolamentazione delle locazioni brevi turistiche», scrive Ocio.

Un emendamento approvato in Senato a luglio 2022 consente a Venezia di limitare gli affitti brevi turistici, fissando a 120 giorni la soglia oltre la quale l’attività diventa imprenditoriale. Il comune non ha mai fatto uso di questa norma e continua ad annunciare misure inapplicabili come il biglietto a pagamento per l’ingresso in città: la giunta comunale ha da poco approvato una delibera per l’istituzione dal 2024 di un biglietto di cinque euro per entrare a Venezia, una misura annunciata e rimandata ogni anno dal 2018.

INTANTO, IL NUOVO DISEGNO di legge del ministero del Turismo sulle locazioni brevi, inferiori a 30 giorni, non modifica lo scenario nazionale. Il ddl infatti conferma l’ipotesi di una permanenza minima di due notti «pena la nullità del contratto» e l’istituzione di un codice identificativo nazionale per ogni unità immobiliare locata a fini turistici. L’unica novità rispetto alla prima proposta sarebbe l’abbassamento della soglia oltre la quale l’attività sarebbe imprenditoriale a due appartamenti anziché quattro come stabilisce l’attuale legge che regola l’aspetto fiscale. È una proposta lontanissima dalla norma entrata in vigore a New York a inizio settembre dopo il rigetto del ricorso presentato da Airbnb, che limita l’affitto breve non imprenditoriale alla locazione dell’appartamento di residenza del conduttore, quando questo è presente, dopo il rilascio di una licenza comunale che dev’essere verificata dalle piattaforme di intermediazione e pubblicata nell’annuncio online.

I SINDACATI degli inquilini hanno apprezzato la modifica della soglia di imprenditorialità ma ritengono la proposta di legge insufficiente. Secondo Unione Inquilini il testo appare più un compromesso tra lobbies che un tentativo di regolamentare «un fenomeno che sta distruggendo l’affitto e che sta portando a una nuova bolla immobiliare speculativa»; il Sunia auspica che si tratti «dell’inizio di un percorso in direzione di un vero contrasto alla gentrificazione e di un rilancio di politiche dell’abitare fondate su una maggiore valorizzazione del ruolo dei Comuni». Il testo infatti non prevede una maggiore autonomia dei sindaci nella definizione di norme locali specifiche sugli affitti turistici, come chiedono gli amministratori che ad aprile scorso hanno presentato insieme all’Anci un manifesto di cinque proposte per una politica nazionale sulla casa.

GLI STUDENTI sono sul piede di guerra. Il movimento Tende in piazza ha convocato un’assemblea nazionale a Milano il 16 e 17 settembre; anche l’Unione degli studenti (Udu) ha chiamato una mobilitazione nazionale. Secondo il sindacato studentesco se «in moltissime città del mondo si introducono forti limitazioni sugli affitti brevi, restringendo il numero massimo di notti» la proposta italiana non solo è una «misura spot che non risolve nulla» ma si aggiunge al «disastro sul Pnrr»: la mancata creazione da parte del governo di 7.500 posti per studenti nel 2022. In una lettera alla Commissione europea l’Udu ha criticato la modifica del Pnrr perché rischia di «favorire ulteriori speculazioni». Adesso attende una risposta.

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