Lavoro

Portovesme, gli operai scendono: «Al governo fiducia a tempo»

Portovesme, gli operai scendono: «Al governo fiducia a tempo»Operai davanti agli stabilimenti della Portovesme srl – foto Ansa

Lavoro Sospesa la protesta sulla ciminiera dopo il vertice a Roma, il ministro D’Urso promette una soluzione entro 10 giorni

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 marzo 2023

interrotta, ma solo temporaneamente. «Scendiamo – dicono i quattro operai che da lunedì si sono asserragliati a cento metri di altezza sul fumaiolo dell’impianto Kss della Portovesme srl – non in segno di resa, ma per compiere un atto di fiducia. Atto di fiducia che però non sarà illimitato. Siamo pronti, nel caso, a nuove iniziative».

SONO DUE I MOTIVI per cui la protesta è stata interrotta. Il primo è che nel vertice che si è tenuto ieri a Roma per cercare una soluzione alla crisi dell’azienda sarda il ministro per le imprese D’Urso ha garantito l’impegno del governo a trovare a breve, entro dieci giorni, una soluzione all’aumento dei costi dell’energia che la Portovesme srl (fabbrica di piombo e di zinco controllata dal gruppo anglo-svizzero Glencore) indica come motivazione del blocco parziale degli impianti e del ricorso alla cassa integrazione per i 1.300 dipendenti, decisi nei giorni scorsi e all’origine della clamorosa protesta dei quattro operai saliti sulla ciminiera. L’altro motivo è che D’Urso ha ottenuto dall’azienda, per i dieci giorni che s’è preso per sbloccare la vertenza, l’impegno a riattivare le linee di produzione e a sospendere il ricorso agli ammortizzatori sociali. Quando a Portovesme i rappresentanti sindacali hanno riferito ai lavoratori in assemblea gli esiti dell’incontro romano, i quattro operai hanno deciso di scendere dalla ciminiera. È stato anche sospeso il presidio davanti ai cancelli. Resta però, in attesa di verificare l’attendibilità degli impegni presi dal governo, lo stato di agitazione.

C’È UNA ROAD MAP da seguire. A partire da lunedì, insieme con l’azienda, con i sindacati, con la Regione Sardegna e con imprese presenti sul mercato dell’energia, saranno attivati tre tavoli tecnici interministeriali, che serviranno a preparare un focus finale dal quale D’Urso si impegna a fare uscire una soluzione definitiva ai problemi dello stabilimento di Portovesme. «Il governo – si legge nel verbale conclusivo dell’incontro – ritiene fondamentale individuare una soluzione strutturale per il costo dell’energia della società Portovesme srl, in modo che possa essere assicurata la continuità produttiva degli stabilimenti di Portoscuso e di San Gavino». Come questo possa essere realizzato è ancora tutto da vedere.

NEL VERTICE sono emerse alcune possibili vie d’uscita. Si potrebbe fare leva sul principio di insularità inserito in Costituzione: la recente riforma dell’articolo 199 della Carta riconosce alle isole un gap strutturale da colmare con misure straordinarie. Tra le quali potrebbero esserci un’estensione del credito di imposta sino al 45% del costo dell’energia e il ricorso a pratiche di raffreddamento dei prezzi in deroga alle norme dell’Ue che vietano gli aiuti di Stato alle imprese. La strada non è facile. Esistono nodi tecnici ed economici che non sarà semplice sciogliere. Al momento c’è solo la generica indicazione di un percorso.

Al vertice romano, che si è svolto in videoconferenza, hanno partecipato anche i quattro operai saliti sulla ciminiera, che nella prima mattinata, ai microfoni di Sky Tg 24, avevano tirato in ballo il governo sollecitandolo a muoversi per trovare una soluzione. «Chiediamo – hanno detto – condizioni uguali a quelle garantite a tutte le altre imprese energivore del settore metallurgico: un accordo che consenta di avere l’energia a prezzi calmierati, l’unico modo per rendere possibile la ripresa delle nostre attività produttive». «Vorremmo ricordare alla premier Giorgia Meloni – hanno aggiunto i quattro operai – le promesse che ci ha fatto quando, ancora all’opposizione, è venuta in Sardegna, qui in azienda. Ci aspettiamo che quelle promesse vengano mantenute. Serve un piccolo sforzo, non ci vuole tanto per farci andare avanti».

«Chiediamo al governo – incalzano Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi, segretari territoriali dei chimici di Cgil, Cisl e Uil – di intervenire rapidamente e di utilizzare tutti gli strumenti per arrivare a una soluzione che assicuri alle attività produttive metallurgiche della Sardegna, vere eccellenze delle produzioni italiane, pari opportunità rispetto alle altre imprese del settore».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento