Venerdì scorso, a meno di 48 ore dall’assalto trumpista del Campidoglio, la speaker della Camera Nancy Pelosi si rivolgeva al Pentagono e al capo di stato maggiore Mark Milley per evitare l’ultima eventuale follia del presidente: l’esasperazione di una crisi militare, il lancio dell’atomica, un attacco qualsiasi a un paese nemico. Una preoccupazione che per i democratici assume soprattutto sembianze persiane. Dopotutto il principale target delle ultime attività di politica estera di Trump è stato l’Iran. All’assassinio del generale Soleimani a Baghdad sono seguiti tutti accordi di «pace» tra Israele e paesi arabi, chiaro accerchiamento dell’establishment della Repubblica islamica, ma...