Politica

«Podemos italiana», la tentazione di Si

«Podemos italiana», la tentazione di SiPoker della sinistra Reggio Emilia, il 16 luglio scorso. Da sinistra: Pippo Civati, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza e Alessandro Capelli

Alleanze Polemiche sull’abbraccio Pisapia-Boschi. Civati: follia non fare una sola lista a sinistra

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 23 luglio 2017

«È ora di parlare delle cose reali, concrete. Partiamo da mille comuni per costruire una ’Confluenza’ sul modello di Podemos. È la nostra proposta di lista unica a sinistra». Nel torrido week end in cui le anime della sinistra va a caccia di unità – e di rotture – arriva la proposte di una cinquantina di sindaci di piccoli comuni governati dalla sinistra o dalle civiche che guardano da quella parte. Li riunisce a Roma Paolo Cento, coordinatore degli enti locali di Sinistra italiana.

LA POLEMICA DEL GIORNO viene dalla rete. A sinistra della sinistra fa discutere l’abbraccio fra Giuliano Pisapia e la ministra Boschi alla festa dell’unità di Milano. Un gesto di amicizia, anche nei confronti della «base» del Pd milanese che è – con altri – ha eletto a suo tempo il sindaco, viene considerato un gesto politicamente «ambiguo». In effetti per il ministro Martina inneggia al ritorno «del dialogo».

Il segretario Fratoianni con i cronisti si rifiuta di commentare. Anzi annuncia che da ora in poi si asterrà «dal commento quotidiano sull’unità della sinistra, ogni dieci minuti c’è una novità, è più utile concentrarsi su una proposta nel segno della radicalità e dell’alternativa». Dalla riunione dei sindaci di Si la proposta arriva: una rete sul modello spagnolo e tre campagne di mobilitazione: rinegoziare i debiti dei comuni con lo stato con le banche sin dalla prossima finanziaria; no al daspo urbano introdotto dal decreto Minniti; stop al consumo di suolo e ai piani casa delle regioni.

PERCHÉ PRESTO BISOGNERÀ pensare anche alle elezioni regionali. A novembre il primo test sarà la Sicilia. Dove la ricerca del candidato presidente è ancora in alto mare: dopo il rifiuto del presidente del senato Piero Grasso, e l’autocandidatura quasi in solitaria dell’uscente Crocetta, ieri segretario siciliano del Pd Fausto Raciti ha riunito i suoi ed ha ricevuto il mandato per incontrare in settimana«tutte le forze politiche interessate a discutere con noi». Lo schema di partenza è la coalizione civica larghissima da sinistra ad Alfano che ha vinto a Palermo. Dove però c’era un capitano di lungo corso come Leoluca Orlando. Per le regionali i centristi di Ap, già rifiutati dalla coalizione di centrodestra, accarezzano l’idea di ’pesarsi’ nell’unica regione in cui possono sperare in un risultato decoroso.

IL LAZIO, LA LOMBARDIA e il Molise andranno invece al voto in contemporanea con le politiche. Il Pd lombardo ieri ha annunciato una riunione «con i soggetti politici del centrosinistra», Mdp, Campo Progressista e i movimenti civici «per verificare che ci siano le condizioni per un’ampia condivisione della candidatura di Giorgio Gori», attuale sindaco di Bergamo. Nel Lazio il presidente Nicola Zingaretti ha anticipato la suaricandidatura con – è la condizione – la coalizione di centrosinistra che attualmente lo sostiene. Anche per questo nei prossimi giorni incontrerà Giuliano Pisapia.

MA NON SARÀ FACILE stringere alleanze a livello regionale e nello stesso tempo combattere da avversari a livello nazionale, ammesso che la legge elettorale resti quella che è, cosa al momento molto probabile. È uno dei cimenti più complicati in cui dovrà misurarsi «Insieme», il soggetto politico di Pisapia, Bersani & Co che entro la prossima settimana dovrebbe rendere pubblico il suo «manifesto» e di seguito nominare il suo coordinamento nazionale. Ne faranno parte i soggetti fondatori di Campo progressista (arancioni, civici, verdi e centristi) e Mdp. Porte aperte anche alla Possibile di Civati. Che però chiede un’unità più larga dopo aver letto le anticipazioni del manifesto su Huffington post: «Reintroduzione dell’art. 18, un fondo per pagare l’affitto ai morosi incolpevoli, una sorta di patrimoniale in modo che paghi più tasse chi più ha, finanziamenti per la scuola. In alternativa al Pd. Su queste basi, fare due liste a sinistra è una follia».

MA AL MOMENTO (un minimo di) due liste a sinistra del Pd sono molto probabili. Fin qui i comunisti del Prc si sono dimostrati scettici verso l’alleanza con gli ex Pd, ampiamente ricambiati. Su un altro fronte, mercoledì scorso a Milano l’assemblea della «Coalizione civica» nata al Teatro Brancaccio ha misurato nuove distanze con l’ex sindaco di Milano. Che a sua volta non ha, ad oggi, invitato Sinistra italiana a sedere al tavolo del futuro coordinamento. Come invece gli chiedono i dirigenti di Mdp.

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