La notizia circolava già giovedì ma da ieri è ufficiale. La Commissione europea ha dato il suo via libera alla revisione del Pnrr presentata dall’Italia lo scorso 8 agosto e che include un capitolo RePowerEu, mettendo così fine almeno per ora a uno dei principali motivi di contrasto tra Roma e Bruxelles. Per l’8 dicembre è previsto l’ok definitivo da parte dell’Ecofin. Il Piano ha ora un valore di 194,4 miliardi di euro (122 miliardi in prestito e 71,8 miliardi in sovvenzioni) e copre 66 riforme – sette in più rispetto al piano originale e 150 investimenti. L’approvazione delle modifiche, ha spegato al Commissione, «non cambia l’importo della quarta rata da 16,5 miliardi di euro» richiesta da Palazzo Chigi, aggiungendo che le modifiche del totale delle risorse da destinare all’Italia «riguardano gli importi dalla quinta rata in poi».

In tutto – spiega la Commissione nella valutazione – sono 145 le misure nuove o modificate che misure mirano a rafforzare le riforme chiave in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o potenziati mira invece a promuovere la competitività e la resilienza dell’Italia, nonché a promuovere la transizione verde e digitale. Questi investimenti riguardano settori come le energie rinnovabili, le filiere verdi e le ferrovie.
Resta per ora sospeso il giudizio degli Enti locali che nei mesi scorsi si sono visti tagliare i finanziamenti e per questo protagonisti di uno scontro con il ministro Fitto.

Alcuni progetti «irrealizzabili o non ammissibili», ha commentato ieri la premier Giorgia Meloni, sono stati modificati e alcuni progetti in particolare degli enti locali, che rischiavano di non essere realizzati nei tempi, saranno finanziati tramite gli altri programmi europei e nazionali invece che con il Pnrr che ha tempistiche «molto più stringenti».