Alla notorietà di Alejandra Pizarnik ha contribuito la leggenda oscura che la riguarda, fatta di sofferenza, trasgressione, fragilità, malattia mentale e attrazione per la morte, culminata nel suicidio a trentasei anni, nel 1972, che a lungo ha orientato la lettura di questa figura di primo piano nella letteratura di lingua spagnola del novecento, e non solo, grazie alle sei raccolte di versi apparse tra il 1955 e il 1971, e a una singolare novella, La contessa sanguinaria, travestita da recensione di un romanzo altrui. Finché, a partire dagli anni ottanta, la pubblicazione di nuovi materiali (prose, corrispondenza, diari) ce l’ha...