E chi se lo aspettava l’aumento del biglietto dei mezzi pubblici a Milano a inizio agosto alla vigilia dell’autunno dei grandi rincari? Nessuno, perché nessuno a Milano aveva mai ventilato questa ipotesi. Così nelle mani del sindaco Sala è scoppiata la bomba del biglietto. Mercoledì l’assemblea dei soci dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia ha dato il via libera agli aumenti tariffari chiesti dalla Regione Lombardia per gli adeguamenti Istat e il Comune di Milano non si è opposto. Si parla di 20 centesimi sulla corsa singola che salirà a 2,20 euro, aumenti sul carnet, resteranno invece invariati gli abbonamenti.

«Noi e gli altri soci dell’Agenzia siamo stati messi di fronte ad una scelta già presa», ha detto l’assessora ai trasporti milanese Arianna Censi. «Ci siamo adeguati a un obbligo regionale». Dalla Regione arriva una versione opposta: «Nessuno dei tre punti all’Odg prevedeva una discussione o una votazione sul tema dell’aumento dei prezzi del trasporto. L’argomento è stato con forza imposto alla discussione dall’assessore di Milano Censi», ha detto il consigliere della Lega Andrea Monti seduto anche lui a quel tavolo. «La situazione si è parecchio animata con toni molto accesi e ho chiesto più volte al presidente di espungere il punto dalla discussione», ha detto ancora Monti.

Versioni opposte per una questione che non può essere derubricata a tecnica o procedurale, ma deve essere politica. Così è sempre stato a Milano. Tutti ricordano le lunghe discussioni tra il 2018 e il 2019 per l’aumento del biglietto a 2 euro sempre con Sala sindaco e prima ancora quelle durante la giunta guidata da Pisapia. Questa volta invece niente dibattito e un via libera da parte del Comune che ha provocato proteste social e in consiglio comunale.

«Non ne sapevamo nulla. Il Comune ora difenda i milanesi anche in sede giudiziaria», sollecitano alcuni consiglieri del Pd scaricando la responsabilità dell’aumento sulla Regione. «Il Comune poteva opporsi invece di avallare il tutto», ha detto invece il verde Carlo Monguzzi, presidente della commissione trasporti. «Ora può opporsi politicamente, proceduralmente e giuridicamente, o rinunciare all’aumento visto che per il particolare contratto che Milano ha con Atm il ricavato della vendita dei biglietti va al Comune». Alla fine di una giornata di accuse incrociate resta nell’aria la domanda che tutti si fanno: ma il sindaco Sala è d’accordo con questi aumenti?

Per Milano l’autunno sarà bollente. Il tema vero è il caro vita, la Milano inclusiva che diventa esclusiva ed escludente. E a dirlo non sono più solo gli attivisti. «La situazione case a Milano è irreversibile e andrà sempre peggio. È prassi chiedere 700 euro per una stanza e almeno 1000 per un monolocale. Questi standard non sono sostenibili, se non per pochi. Inizio a pensare che il mio futuro non sarà più qui, nella mia città», ha scritto ieri sui suoi profili social lo scrittore Jonathan Bazzi.