Pioggia di critiche alle nuove norme sui minori
La norma IL dl immigrazione in commissione Affari costituzionali della Camera
La norma IL dl immigrazione in commissione Affari costituzionali della Camera
«Nella mia esperienza non ho riscontrato il fenomeno dei migranti che dichiarano falsamente di essere minorenni. Non bisogna arretrare sul riconoscimento dei diritti acquisiti», ha dichiarato ieri Cristina Maggia, presidente del tribunale per i minorenni di Brescia e dell’Associazione italiana magistrati per i minorenni. La giudice è stata audita dalla commissione Affari costituzionali della Camera, dove ha manifestato forte preoccupazione per la possibilità che sedicenni e diciassettenni stranieri arrivati in Italia da soli siano accolti in strutture destinate agli adulti, fino a un massimo di 90 giorni.
In serata il Viminale ha precisato che non ci sarà promiscuità tra migranti con più e meno di 18 anni. Per questi secondi saranno istituite delle sezioni separate. Ma all’interno delle stesse strutture. Circostanza che non cancella le preoccupazioni che vengono da una delle misure introdotte dall’ultimo decreto in materia (il 133/2023 di ottobre): se mancano i posti i centri per adulti possono ospitare anche i ragazzi. Un’altra norme prevede, «in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati», la possibilità di derogare alla procedura multidisciplinare per l’accertamento dell’età utilizzando l’Rx del polso. Un esame più rapido ma soggetto a errori.
Ammonizioni al governo sono arrivate anche dal servizio studi della Camera. Per quanto riguarda l’accoglienza in situazione di promiscuità il Comitato per la legislazione, che si occupa di migliorare la qualità della produzione normativa, avvisa che la misura stride con un decreto legislativo del 2015 attraverso il quale è stata recepita la «direttiva accoglienza» dell’Ue. Questo esclude che un migrante under 18 non accompagnato possa essere accolto nei centri governativi di prima accoglienza e stabilisce che durante l’iter per l’identificazione sia collocato in strutture apposite. Altre critiche riguardano degli aspetti burocratici della procedura di accertamento dell’età.
Su cui la Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, intervenuta in Commissione martedì, ha lanciato l’allarme: «i margini di errore sono dell’ordine dei due anni di età». Garlatti ha anche chiesto la realizzazione di centri di prima accoglienza «dedicati esclusivamente ai minori su tutto il territorio nazionale» e ha ribadito la contrarietà alla permanenza dei minori in strutture per adulti.
Secondo l’avvocata di Asgi Ornella Fiore questa prassi ha profili discriminatori perché in nessun caso, a eccezione del superiore interesse del minore, è prevista per i ragazzi italiani. La legale ha anche sottolineato le problematiche che riguardano la conversione del permesso di soggiorno per minore in quello per lavoro: con la nuova legge viene demandata ai consulenti del lavoro non solo la verifica delle caratteristiche dell’azienda di riferimento ma quella di tutti i presupposti per la conversione. «Significa appaltare una funzione pubblica di un certo rilievo a un soggetto privato che non ha nessuna competenza per poterla svolgere», ha detto Fiore.
Sempre ieri il delegato Anci all’immigrazione, Matteo Biffoni, è stato ascoltato dal Comitato parlamentare Schengen dove ha denunciato che a fronte di 23mila minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio nazionale i posti del Sistema di accoglienza e integrazione sono solo 6mila. «La normativa vigente al momento non è rispettata», ha detto Biffoni. L’associazione dei comuni italiani aveva presentato un emendamento al dl Cutro per il rifinanziamento di altri 4mila posti. Non se ne è fatto nulla.
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