Piemonte, i consiglieri regionali della Lega: votate noi e la presidente 5S
Regionali Le istruzioni in un video: «Era per votanti di sinistra» si difendono Sara Zambaia e Stefano Allasia. Nostalgia canaglia per l'epoca gialloverde. E nervi tesi con il governatore uscente Cirio di Fi e con Fdi, che chiede sempre più spazio
Regionali Le istruzioni in un video: «Era per votanti di sinistra» si difendono Sara Zambaia e Stefano Allasia. Nostalgia canaglia per l'epoca gialloverde. E nervi tesi con il governatore uscente Cirio di Fi e con Fdi, che chiede sempre più spazio
«Votate Lega, ma non votate Cirio». Un video, diffuso prima nelle chat private e poi diventato pubblico, mette in imbarazzo l’apparentemente rocciosa maggioranza di centrodestra in Piemonte, finora forte di sondaggi estremamente positivi. Una crepa, però, può allargarsi. Nella clip, che ha creato scompiglio tra i partiti che sostengono il governatore forzista uscente, la consigliera e candidata leghista Sara Zambaia insegna – chissà perché – ai propri elettori come fare il voto disgiunto. Dopo avere indicato il suo cognome e quello del collega Stefano Allasia, presidente del consiglio regionale, che con lei forma un blindatissimo ticket nel collegio torinese, Zambaia – tenendo in mano un facsimile della scheda elettorale – pronuncia questa frase: «L’importante è mettere la X su un altro candidato presidente che non sia Alberto Cirio». E suggerisce «per simpatia» Sarah Disabato, la candidata presidente 5S. Poi, conclude: «In questo modo il voto va ad Allasia, a Zambaia, al movimento e alla presidente che avete scelto». Non una spiegazione banalmente tecnica, per quanto rischiosa, ma un preciso suggerimento, quasi un richiamo nostalgico alla vecchia e archiviata maggioranza giallo-verde.
Il video ha mandato su tutte le furie Cirio e, così, i due candidati leghisti, che non sono affatto alle prime armi, hanno provato a metterci una pezza. Lo fanno andando all’attacco: «È una becera strumentalizzazione politica», dichiarano Zambaia e Allasia. «Si tratta – aggiungono – di un video registrato per rispondere alla precisa richiesta di alcuni elettori 5S e della sinistra che volevano capire come poter sostenere il proprio candidato presidente, ma al contempo esprimere la preferenza per i candidati della Lega riconoscendo il grande lavoro che abbiamo fatto in questi anni. Era un videomessaggio privato e mirato che evidentemente qualcuno ha voluto diffondere nel becero tentativo di creare una polemica». Precisano: «La nostra coalizione di centrodestra, capitanata dal presidente Cirio, è da 5 anni compatta e continuerà a esserlo per i prossimi anni perché proprio in Cirio abbiamo individuato, già nel 2019 e anche oggi, il miglior capitano». E a lui si rivolgono rinnovando la stima: «Sa di poter contare pienamente sulla fedeltà e l’appoggio della Lega e dei suoi consiglieri».
Pentiti e riallineati, ma la supposta «fedeltà» leghista resta una questione sul tavolo e testimonia la sofferenza del partito di Salvini, chiuso nella morsa dai meloniani, che in caso di vittoria esigeranno i posti di maggior peso, e dalla strabordante sfera di influenza di Cirio. Tutti i sondaggi premiano il governatore e prevedono un vantaggio di 20 o addirittura 30 punti percentuali in più rispetto alla candidata di centrosinistra Gianna Pentenero. La fetta di indecisi è, però, ancora ampia. Ed è quella che Pentenero vorrebbe convincere. Intervenendo al Forum del Terzo Settore, ha invocato «un nuovo modello di welfare, che passi da una visione assistenzialistica a una più strutturata e di programma». Secondo Pentenero, sostenuta da Pd, Avs, Stati Uniti d’Europa e da altre liste civiche, «è necessario un welfare che si integri con la sanità e non viaggi in modo parallelo e separato». Tra i candidati presidente c’è anche Francesca Frediani per Piemonte Popolare, che ha presentato la sua candidatura al fotofinish. Valsusina e No Tav, consigliera regionale uscita dai 5S a fine 2020, è sostenuta da Rifondazione e da Potere al popolo; era presente al confronto al Forum del terzo settore dove ha sostenuto che la nuova legge regionale abbia ora bisogno della norma attuativa.
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