Politica

De Pascale: «La destra non rompe con i nostalgici»

Il candidato governatore del centrosinistra in Emilia Romagna, Michele de Pascale -foto AnsaMichele De Pascale – Ansa

Intervista Il candidato del Pd alle regionali: «La Russa? Io mi tengo stretta la tessera Anpi e condanno ogni violenza, loro rispondano dei legami politici con gli estremisti. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, non fatte sfilare davanti alla stazione di Bologna». «In Emilia-Romagna non vogliamo essere un laboratorio nazionale del centrosinistra. Ma qui c’è rispetto reciproco. Se vinco chiedo un patto a Meloni per mettere in sicurezza il nostro territorio: basta polemiche sull'alluvione, spero che dopo il voto la destra si dia una regolata»

Pubblicato un giorno faEdizione del 12 novembre 2024

Michele De Pascale, classe 1985, sindaco di Ravenna, è il candidato del centrosinistra largo alle regionali dell’Emilia-Romagna del 17 e 18 novembre.

La manifestazione fascista di sabato scorso a Bologna ha scatenato uno scontro tra il Comune e il governo. Quel corteo è stata una provocazione?

Non lo so e non credo sia dimostrabile. È evidente però che il centrodestra e il governo hanno paura di mettersi contro pezzi dell’estrema destra nostalgica. Non è la prima volta che succede: anche quando ci sono rischi per l’ordine pubblico questo governo fatica a vietare quel tipo di manifestazioni, persino in luoghi altamente simbolici come la stazione di Bologna. E anche quando si tratta di organizzazioni neofasciste che andrebbero sciolte. Ma con cui la destra di governo ha legami politici di cui dovrebbe rispondere.

Il presidente del Senato la Russa sostiene che voi dovreste recidere i legami con certi ambienti di sinistra.

Non so a quali ambienti di sinistra La Russa pensi io possa essere legato. Ho sempre condannato qualsiasi forma di violenza, da qualsiasi parte provenga, la mia appartenenza più forte di tutte è quella all’Anpi e non ho nessuna intenzione di reciderla.

La destra di governo continua a non volersi dire antifascista.

Mi pare evidente. La stessa nascita di Fdi da questo punto di vista ha rappresentato un netto passo indietro rispetto alle posizioni di Fini con Alleanza nazionale.

Questi fatti possono condizionare le elezioni?

Assolutamente no. Gli emiliano-romagnoli voteranno pensando alla sanità, al lavoro, alla difesa del territorio.

In Liguria il centrosinistra ha perso, l’Umbria è in bilico. Lei è praticamente costretto a vincere.

Per me la sola idea di poter guidare l’Emilia Romagna è il più grande onore che potessi sognare, sono cresciuto con il mito della nostra regione e spero di essere all’altezza. Osservo che il centrosinistra è competitivo dappertutto: se si vince o si perde di pochi decimali, come in Sardegna o in Liguria, non siamo davanti a un trionfo o alla devastazione. Nel nostro caso so bene che veniamo da una serie di vittorie dal 1970 e sono consapevole della responsabilità che ho sulle spalle.

Alla fine avete messo in piedi una coalizione larghissima. Non crede che il suo possa essere un laboratorio nazionale?

Non vogliamo esserlo e non siamo nati per quello. Qui abbiamo messo a frutto il buon rapporto tra le classi dirigenti locali delle forze progressiste, dalla coalizione che ha governato con Bonaccini a quella che ho guidato a Ravenna, dove c’è anche il M5S. Al centrosinistra nazionale possiamo dare alcuni consigli di metodo: il rispetto reciproco, la capacità di smussare gli angoli e un serio lavoro sul programma. La coalizione deve essere la più larga possibile: senza perdere in credibilità e capacità di governo dal giorno dopo le elezioni.

Come reagisce alle critiche degli ambientalisti che hanno bocciato sia lei che la candidata di centrodestra?

Rispetto le critiche di tutti ma la nostra è una coalizione credibile rispetto ai temi della transizione ambientale, che sarà ambiziosa negli obiettivi ma anche concreta e giusta nella difesa del lavoro e delle fasce sociali più deboli. Non comprendere la differenza fra noi e un centrodestra negazionista è a mio avviso un errore.

La sua coalizione sarà unita sui temi ambientali?

La legge regionale urbanistica in vigore non solo prevede zero consumo di suolo, ma anche di riportare ad agricole aree che erano state identificate come edificabili. Ora servono ulteriori correttivi sulle deroghe e sulle filiere logistiche per essere ancora più restrittivi. E bisogna ripermeabilizzare aree pavimentate, soprattutto nelle città.

Sull’alluvione c’è stato un lungo scambio di accuse tra regione e governo. Come intende affrontare questo tema?

La premessa è che tutti i livelli di governo devono mettersi in discussione e fare meglio di fronte a eventi completamente nuovi. Noi metteremo la prevenzione al primo posto con una struttura tecnica dedicata, e io, se eletto, chiederò al governo di essere commissario per l’alluvione per assumere le responsabilità in prima persona. Serve un patto repubblicano, la prima cosa che faccio se vinco è andare a palazzo Chigi per superare un clima di scontro che non consente di mettere la mia terra in sicurezza. Basta con lo scaricabarile e le speculazioni politiche: spero che passate le regionali anche a destra si diano una regolata. Finora il governo non ha dato le risposte che chiedevano i nostri cittadini e le istituzioni locali.

Qual è principale innovazione che propone rispetto a ultimi dieci anni di governo regionale?

Un grande cantiere di innovazione nella sanità. Abbiamo il sistema sanitario più forte del paese ma serve un percorso di auto riforma: prevenzione al primo posto, appropriatezza delle cure, medicina territoriale e riorganizzazione della rete ospedaliera. Qui il sistema delle assicurazioni private che di fatto propone il centrodestra non passerà.

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