Picchetti individuali: decine di fermi in Russia
Proteste Mentre il partito comunista manifestava da solo, il movimento nato in queste settimane optava per i presidi in solitaria. Ma la repressione c'è stata comunque
Proteste Mentre il partito comunista manifestava da solo, il movimento nato in queste settimane optava per i presidi in solitaria. Ma la repressione c'è stata comunque
Avrebbe dovuto essere un sabato di tregua tra le autorità e il movimento russo sorto dopo che 57 candidati al consiglio comunale dell’opposizione non erano stati ammessi.
Il partito comunista di Gennady Zyuganov, per cercare di rientrare nei giochi e non rimanere troppo appiattito sul sindaco putiniano Sergey Sobyanin, aveva annunciato una propria manifestazione per «elezioni pulite». Una manifestazione che aveva fatto storcere la bocca a molti settori del movimento per il suo carattere autoreferenziale (come poi si è dimostrata): i comunisti si sono finora ben guardati dal partecipare alle proteste e dal solidarizzare con le migliaia di attivisti fermati e arrestati nelle ultime settimane.
E in effetti la manifestazione comunista è stata realmente un tuffo nel passato: 4mila persone, tante bandiere rosse e ritratti di Stalin, ma ben poca politica. Zyuganov ha presentato i candidato alla Duma di Mosca (a dir la verità alcuni anche giovani e presentabili), ha fatto appello alla «ricreazione dell’Urss su nuove basi», ma si è guardato dal proporre una qualche forma di collaborazione con il resto dell’opposizione come invece da tempo sta chiedendo il Fronte della sinistra di Sergey Udalzov, anch’esso ieri presente in piazza.
Il resto dell’opposizione aveva deciso di concentrare le forze per sabato prossimo quando è previsto un vero e proprio happening con la presenza di gruppi rock e rap ma ad oggi non autorizzato dalla polizia. Così si è optato per tenere «picchetti individuali» in diverse zone della città (il picchetto individuale è l’unica forma ammessa di protesta pubblica senza chiedere l’autorizzazione preventiva di 15 giorni presso le autorità competenti).
La stessa scelta del movimento di San Pietroburgo anch’esso impegnato nella campagna elettorale per il voto dell’8 settembre dove il ben poco popolare boss di Russia Unita, il partito di Putin, rischia di non essere eletto alla carica di governatore della regione di Leningrado. Ma alla polizia non è stata bene neppure questa timida forma di protesta.
Così si sono ripetute le scene già viste le scorse settimane (soprattutto a San Pietroburgo mentre a Mosca in molti casi il comportamento è sembrato corretto) di fermi e uso della forza con chi semplicemente brandiva un cartello.
Alla fine della giornata i fermati dalle forze dell’ordine sono stati qualche decina. Nelle quattro zone di Mosca in cui era stati previsti picchetti individuali a rotazione, si sono raccolte per tutto il pomeriggio centinaia di persone per solidarizzare con «i picchettatori».
Nel centro della città, sulla popolare via Arbat, il gruppo giovanile di opposizione «Protesta continua» ha cercato di inscenare un corteo spontaneo al grido «Abbasso il potere dei servizi segreti» e «Russia senza Putin», ma è stato rapidamente disperso dalle forze dell’ordine. Successivamente i due suoi leader, Dmitry Baturo e Olga Misik, sono stati fermati e condotti in commissariato.
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