È quella che lui stesso definisce come «l’arte della resistenza», che nelle periferie di Francia si è messa in atto per arginare gli effetti dei processi sociali che hanno reso questi territori altrettanti laboratori dello sfruttamento, a fare da sfondo all’indagine che da tempo conduce Atanasio Bugliari Goggia. Dopo Rosso banlieue (2022), sempre per i tipi dell’editore veronese Ombre Corte, il giovane ricercatore e attivista pubblica ora La santa canaglia. Etnografia di militanti politici di banlieue (pp. 346, euro 25, prefazione di Emilio Quadrelli), un testo la cui uscita non potrebbe essere più puntuale rispetto a quanto sta accadendo oltralpe.

Tracciato con il precedente volume un quadro storico-analitico dello sviluppo e della formazione delle periferie francesi, l’autore si concentra ora sul profilo dei protagonisti dei diversi movimenti che caratterizzano tali territori. Attraverso un’ampia serie di incontri e interviste, verrebbe da dire di autentica condivisione più che di ricerca sul campo, emergono così i ritratti di quanti compongono quello «sterminato proletariato o sottoproletariato di banlieue, assegnato a lavori precari e malpagati, contraddistinto da solidi legami di solidarietà» e da un’altrettanto chiara «visione di classe».

Emerge lo scenario di periferie dense di azione politica, anche se di tipo nuovo, spesso lontano o in parallelo all’azione delle forze tradizionali, anche della sinistra, e dove le rivolte più che l’eccezione manifestano la parte emersa, anche se talvolta in forme contraddittorie, di un fermento quotidiano che attraversa le stesse forme della vita in questi vasti agglomerati che hanno preso forma oltre le vecchie metropoli.