Per una sanità egualitaria contro le strategie della privatizzazione
Manovra Da oggi seminario a Fiesole. In corso uno stravolgimento della Costituzione, in piazza il 7 ottobre a Roma
Manovra Da oggi seminario a Fiesole. In corso uno stravolgimento della Costituzione, in piazza il 7 ottobre a Roma
La privatizzazione della sanità inizia a mostrare il profilo che la segna, quello di grandi imprese di assicurazioni, ospedali, diagnostica, con una dimensione sempre più multinazionale, che considerano la salute come il mercato in crescita più rapida e con maggiori opportunità di profitto.
Nelle ultime settimane le notizie si sono inseguite. Gli eredi della famiglia Agnelli, con la loro finanziaria Exor, hanno acquisito il 15% della Philips, la società olandese che abbandona l’elettronica di consumo per concentrarsi nelle tecnologie per la salute. Gli investimenti di Exor nella sanità comprendono altre imprese europee per un importo complessivo di circa 4 miliardi di euro.
Il Gruppo San Donato, il più forte della sanità privata in Italia, con 18 ospedali (tra questi il San Raffaele a Milano), decine di strutture e oltre 7 mila medici, ha acquisto la maggioranza in American Heart of Poland, il terzo più grande operatore della sanità privata in Polonia e ha stabilito accordi per ospedali e personale sanitario in numerosi paesi arabi. In Veneto, il Centro di medicina ha allargato la sua rete di strutture private e convenzionate con 800 medici e oltre 300 addetti, diffusa in più città, con aumenti di prestazioni del 40%.
Il rafforzamento della sanità privata si è nutrito delle narrazioni dominanti per cui «non ci possiamo permettere i costi della sanità pubblica», «è inefficiente e fonte di sprechi». Gli scenari di espansione prevedono di affidare alle assicurazioni private la diagnostica e le cure specialistiche, lasciando le cure essenziali alla sanità pubblica. Ma si riaffaccia anche l’idea di una fuoriuscita dal Servizio sanitario nazionale dei cittadini ad alto reddito: i più ricchi smetterebbero di contribuire al finanziamento dei servizi pubblici, con una sanità pubblica «per i poveri» destinata a degradarsi, contrapposta a isole di eccellenza privata riservate a chi può pagarsi le cure. Un modello che ha già mostrato negli Stati Uniti i suoi effetti disastrosi e – questi sì – insostenibili sul piano finanziario. Si tratterebbe di un completo stravolgimento dei principi costituzionali e dell’impianto del servizio sanitario pubblico.
In questo contesto la questione della salute non è più un tema «di settore», da lasciare agli addetti ai lavori. È un tema politico al centro di visioni contrapposte sulla società e sui diritti. Si rende allora davvero necessario mettere la salute al centro del dibattito politico e del cambiamento sociale, re-immaginare un modello di welfare socio-sanitario che sia ugualitario, con una condivisione della conoscenza e una gestione partecipata e democratica.
Più iniziative hanno iniziato a muoversi in questa direzione – la manifestazione convocata per il 7 ottobre prossimo a Roma «La via Maestra. Insieme per la Costituzione», la proposta (per ora respinta) di referendum in Lombardia su pubblico e privato in sanità – ma si sente la mancanza di un conflitto più esteso su un tema di vitale importanza che coinvolga anche gli ambiti fondamentali del welfare.
In questo scenario, un’occasione di approfondimento viene offerta dal 6 all’8 settembre a Fiesole dal seminario del Laboratorio su salute e sanità (Laboss), coordinato da Giuseppe Costa, Nicoletta Dentico, Marco Geddes, Chiara Giorgi, Gavino Maciocco, Giovanna Vicarelli. Saranno tre giorni di confronto di carattere multidisciplinare sui problemi e il futuro del Servizio sanitario nazionale, con la partecipazione – tra gli altri – di Vittorio Agnoletto, Silvio Garattini, Nerina Dirindin, e di altri interlocutori italiani e stranieri.
Accanto a studiosi e operatori, ci saranno esponenti della rivista Epidemiologia e prevenzione, di associazioni come Cittadinanzattiva, del sindacato, di organismi professionali come l’Anaoo. I temi affrontati saranno l’universalismo in sanità e le trasformazioni del welfare; pubblico e privato in sanità; le diseguaglianze nella salute; le mobilitazioni in Europa per una sanità pubblica universale.
Il programma è consultabile qui. La sfida è qualificare la discussione scientifica e politica sulla salute, con l’obiettivo del rilancio di un servizio sanitario pubblico universale, egualitario, efficace, capace di soddisfare i bisogni di salute di tutti, strumento idoneo alla tutela della salute «come fondamentale diritto dell’individuo e interessa della collettività».
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