Quindi col 5% di ore lavorate in meno si è ottenuto un Pil inferiore del 5% a conferma che la produttività oraria è rimasta invariata. Il ritorno dell’occupazione ai livelli pre-crisi, perciò, è solo un effetto statistico della riduzione delle ore lavorate. Ovvero la quantità di lavoro necessaria si è distribuita su più teste. Se tutto questo fosse accaduto per effetto di politiche di riduzione degli orari per redistribuire il lavoro e creare nuova occupazione saremmo di fronte ad un bel risultato e in procinto di realizzare il sogno di coloro che gridavano lavorare meno, lavorare tutti. Ma così non...