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Per Piantedosi i centri in Albania sono come quelli italiani

Per Piantedosi i centri in Albania sono come quelli italiani

Schlein: «Una violazione dei diritti e uno spreco di risorse». E Avs: «Sono lager»

Pubblicato circa un mese faEdizione del 13 ottobre 2024

«La settimana prossima si parte con i centri in Albania»: è stato il ministro dell’Interno Piantedosi a certificare ieri l’avvio delle operazioni di trasferimento dei primi migranti nel centro di accoglienza di Gjader dove verranno portate, nella prima fase, circa 400 persone. Molteplici dubbi sono stati sollevati sulla possibilità che i migranti possano far valere i loro diritti avendo contatti solo da remoto con i legali, la recente sentenza della Corte di Giustizia Ue ha stabilito che la designazione di un paese sicuro deve estendersi a tutto il suo territorio e per tutti, mettendo così in discussione la lista stilata dall’Italia in base alla quale si dovrebbero fare i rimpatri con procedura accelerata.

Ma il Viminale non fa una piaga, ieri Piantedosi ha ribadito che le strutture in Albania sono analoghe a quelle presenti sul territorio italiano: «Non c’è filo spinato, sono di contenimento leggero. C’è assistenza. Tutti possono fare richiesta di protezione internazionale». Ma c’è chi teme procedure «speciali» che rendano spediti i rimpatri. Al porto di Schengjin è stato allestito un hotspot per l’identificazione dei migranti soccorsi esclusivamente da navi italiane. Dopo la rilevazione delle generalità, saranno trasferiti a Gjader, una ventina di chilometri all’interno. Qui sono state approntate tre strutture: un centro per il trattenimento di richiedenti asilo (880 posti), un Cpr (144 posti) e un penitenziario (20 posti).

La struttura è chiusa da una recinzione alta 5 metri con al centro i prefabbricati dove alloggeranno i migranti mentre in un secondo blocco ci saranno quelli a cui la domanda viene respinta, destinati al rimpatrio. Polemiche sull’affidamento diretto di molti appalti. Schlein: «Spesi 800 milioni che avremmo potuto mettere sulla sanità. Una violazione dei diritti di chi chiede asilo e un enorme spreco». Avs: «Sono lager per deportati. A chi sono stati dati oltre 60 milioni con affido diretto?».

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