Internazionale

Pennsylvania, “il centro del mondo” della campagna elettorale

Confronto tra elettori democratici e repubblicani all'esterno della Ed Fry Arena di Indiana, Pennsylvania - AP Photo-Rebecca DrokeConfronto tra elettori democratici e repubblicani all'esterno della Ed Fry Arena di Indiana, Pennsylvania – AP-Rebecca Droke

Reportage Anche Zelensky è arrivato qui, per visitare uno stabilimento che produce munizioni usate dall'esercito ucraino. In questa zona "dove non succede mai nulla", è il momento dei comizi. Repubblicani contro democratici. Tifosi degli Eagles contro quelli degli Steelers. La sfida qui si combatte anche agli incroci stradali

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 25 settembre 2024
Marina CatucciPENNSYLVANIA

Mentre si trova negli Stati Uniti per partecipare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Volodymyr Zelensky ha fatto tappa a Scranton, in Pennsylvania, per visitare uno stabilimento che produce proiettili di artiglieria da 155 mm, le munizioni utilizzate dall’esercito ucraino al fronte.

Un’area lontana dalla centralità di Philadelphia, e che solitamente non è sulle prime pagine dei giornali, ma in questi periodi è centrale nel dibattito politico: la Pennsylvania è infatti uno degli Stati che determinerà l’esito elettorale e se Philly è una roccaforte democratica, le aree al di fuori sono ben più ondivaghe.

Queste elezioni si decideranno per pochi voti, ed essenzialmente in 7 Stati. Nel 2020 la Pennsylvania, che nel 2016 era stata vinta da Trump, è passata ai democratici che l’hanno riconquistata per 81.660 voti. Biden è riuscito nell’intento convincendo gli elettori delle contee industriali che, da saldamente democratiche, erano diventate trumpiane. Si parla di meno di tremila voti che hanno contribuito a fare la differenza su quale candidato portare alla Casa Bianca. Ed è in queste zone che si stanno concentrando i comizi, dove c’è il vero terreno di battaglia, e gli elettori devono essere convinti uno a uno.

“In questa zona non succede mai nulla, ora sono settimane che sembra sia diventata il centro del mondo” dice Steven, 58 anni di Bethlehem, cittadina di 76.000 abitanti dove Tim Walz ha tenuto il suo quarto comizio in Pennsylvania. Steve non si perde un comizio perché, a causa della fibromialgia e delle emicranie, ha dovuto smettere di lavorare e la politica ha un grande importanza nella sua vita. “Non posso lavorare, non posso fare canvassing(campagna elettorale porta a porta), ma posso mettermi agli incroci con cartelli contro Trump, ed è ciò che faccio. Ci passo le ore agli incroci e ho una sfilza di cartelli a casa. Non posso pensare che questa contea possa votare di nuovo per lui. Questa era un’area democratica, poi ho visto tanti amici perdere la testa e votare per Trump. Ci sono state discussioni furiose. Non ti sorprenderà sapere che non siamo più amici”.

Di questo inasprimento delle relazioni ne parla anche Little Lori, come dice la chiamano tutti, perché non è alta ed è la minore della sua numerosa famiglia. Ha 60 anni e ha passato tutta la sua vita nella cittadina di Allentown, dove la incontriamo in un pub con musica dal vivo frequentato da persone che evidentemente si conoscono da sempre e vanno lì a ballare il sabato sera. Ha 60 anni e lavora part time in una caffetteria, oltre a fare caramelle che col passaparola vende a centinaia, grazie alla sua nuova cucina acquistata dopo aver vinto 50.000 dollari al gratta e vinci. “Sono una forte giocatrice, come lo era mia madre”, dice.

Racconta del suo quartiere “che una volta era carino” mentre ora si è degradato perché nessuno se ne occupa a partire dagli abitanti. Ha una gran voglia di parlare, e lo facciamo per oltre un’ora, di tutto ma non di politica perché dal 2016, dice, è cambiato tutto.

“Prima si parlava fra democratici e repubblicani, ora ho paura che qualcuno prenda un’arma. Di politica non parlo”. Se lo fa usa la metafora del football: gli Steelers sono democratici, gli Eagles repubblicani. Lei tifa Steelers.

In quella zona Walz e JD Vance, a una manciata di chilometri e un paio d’ore di differenza, si sono sfidati a colpi di comizi, veicolando messaggi che più diversi non potrebbero essere: libertà e futuro per Walz, immigrati e vecchi valori di una volta per Vance.

Il vice di Trump non nomina i cani e i gatti che gli immigrati si mangerebbero a Springfield, Ohio, ma imputa comunque a loro il degrado delle contee, che a suo dire vengono prese d’assalto da orde di immigrati illegali, per cui i cittadini si ritrovano con scuole, ospedali e servizi vari sovraffollati.

“Qua le cose sono cambiate molto. Non riconosco più il posto dove sono cresciuto” dice il 30 enne Douglas prima del comizio del vice di Trump. Se gli si fa notare che ai bei tempi a cui fa riferimento Vance lui non era ancora nato, non risponde, ma sa che tutte le contee le hanno rovinare gli immigrati.

In realtà l’area in cui vive dovrebbe essere una zona ad alta densità di popolazione ispanica, legalmente immigrata negli Usa e per cui con il diritto di voto, e che è corteggiatissima da entrambi i partiti perché la loro decisione potrebbe fare la differenza. Ed è questa una delle ragioni per cui, in questo pezzetto di Pennsylvania, si stanno macinando comizi su comizi.

L’obiettivo, però, non è stato centrato, in quanto gli ispanici, ai comizi, non si vedono.

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