Cultura

Pedro Peña, tutto il noir che viene dall’Uruguay

Pedro Peña, tutto il noir che viene dall’UruguayPedro Peña

In libreria per dei Merangoli Alle 18 alla Casa dell’Architettura di Roma nell’ambito della rassegna «Incontri d’autore» la presentazione dell'ultima opera dello scrittore tradotta nel nostro Paese: "Il diavolo non sempre ci mette la coda". Nel libro, l'autore spedisce il giornalista-detective Agustin Flores ad indagare tra i teppisti di Montevideo, dove il Rio de la Plata assomiglia a un mare la cui nebbia cela ogni sorta di pericoli e misteri.

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 14 dicembre 2022

Augustin Flores è decisamente un antieroe o meglio, quando proprio ne è costretto, un eroe suo malgrado. Pigro e almeno in apparenza ingenuo, è però mosso da un’inquietudine che raramente lo vede abbandonare una pista sulla quale si è imbattuto magari anche solo casualmente. Di professione giornalista, ma nei fatti ogni inchiesta che lo vede coinvolto come inviato speciale si trasforma in una vera e propria indagine criminale, Flores è il protagonista indiscusso della serie in cinque volumi firmata da Pedro Peña, una delle figure più significative del noir uruguaiano.

LE OPERE DI PEÑA, notissimo e vincitore di molti premi in America Latina, cominciano ad essere conosciute nel nostro Paese grazie alla casa editrice romana dei Merangoli, che ha già proposto Ormai nessuno vive più in certi luoghi (2019) e La notte che non si ripete (2020), cui si aggiunge ora Il diavolo non sempre ci mette la coda (traduzione di Elisa Tramontin, pp. 158, euro 14). Peña stesso, impegnato in un breve tour italiano, presenterà quest’ultimo volume negli spazi della Casa dell’Architettura di Roma (Piazza Manfredo Fanti, 47 Galleria espositiva piano terra) questo pomeriggio alle 18 nell’ambito degli «Incontri d’autore» insieme a Claudio Cimino e a Giulia De Luca.

Nato a San José, nel Sud del Paese nel 1975, Pedro Peña ha costruito opera dopo opera uno stile inimitabile dove la realtà e le sue infinite contraddizioni sembrano offrire lo scenario naturale per un romanzo di ispirazione poliziesca. Se Juan Carlos Onetti, uno degli scrittori uruguaiani più noti, aveva creato Santa Maria, una città letteraria dove ambientare le sue storie, Peña indaga territori che conosce bene o trova l’occasione per esplorarne altri attraverso le sue storie. Nel presentare ai lettori italiani La notte che non si ripete, lo scrittore confida «questo romanzo non è soltanto mio. Cioè l’ho scritto io, non lo nego, ma i personaggi che popolano le sue pagine esistono, vivono e respirano nella mia città. Sono nati dalla mia esperienza con l’ambiente che mi circonda».

LO SCENARIO ABITUALE per le storie di Peña è perciò un mondo a mezza strada tra la provincia e le zone rurali, quello dove è cresciuto e vive tutt’ora, anche se, come accade ne Il diavolo non sempre ci mette la coda, capita che spedisca Agustin Flores ad indagare tra i teppisti di Montevideo, dove il Rio de la Plata assomiglia a un mare la cui nebbia cela ogni sorta di pericoli e misteri.

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