Una comunità divisa tra le sirene di uno sviluppo che appare a buon mercato, ma è invece destinato a mutare per sempre l’ambiente naturale circostante, e la stregua resistenza di quanti, consapevoli delle possibili conseguenze sull’uomo come sul territorio, si oppongono con ogni mezzo alle lusinghe degli imprenditori e del denaro.

QUESTO LE SCENARIO in cui John D.MacDonald ambientò il suo Un raggio verde, proposto ora ai lettori italiani, nella bella traduzione di Nicola Manuppelli, da Mattioli 1885 (pp. 448, euro 22) che dello scrittore della Pennsylvania ha già pubblicato diversi titoli, tra cui il noto, soprattutto per le trasposizioni cinematografiche, Cape Fear. Il promontorio della paura. Se non si fosse a conoscenza del fatto che A Flash of Green, questo il titolo originale del romanzo, fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1962, si sarebbe portati a credere che si tratti di uno degli ultimi capitoli del recente fenomeno del noir ambientalista, o «econoir», dove i conflitti tra gli individui e la loro violenza scaturiscono dalle trasformazioni più o meno radicali subite della natura.

Cronista del Palm City Record Journal, che nell’omonima località della Florida tira oltre 23mila copie, Jimmy Wing si trova casualmente a sostenere le tesi di quanti si oppongono alla trasformazione in terraferma di parte della costa della baia di Sandy Key, in modo da poter poi vendere quella zona sottratta al mare a centinaia di dollari per ogni acro.

IL PROGETTO FA PARTE di un vasto piano di trasformazione dell’area, denominato Grassy Bay, che coinvolge imprenditori e faccendieri di ogni sorta. Si erano già tentate altre speculazioni, ma non avevano prodotto gli effetti sperati, ma «Grassy Bay sarebbe stata una proposta completamente diversa. Era molto più vicina al centro rispetto alle abitazioni nella boscaglia. I lotti sul lungomare sarebbero stati più costosi, le case più grandi, i futuri residenti un po’ più ricchi dei pensionati che avevano acquistato le loro case più economiche nelle pianure dove un tempo pascolava il bestiame».

In vista ci sono molti soldi, e tanti interessi da difendere, al punto che quanti si dicono preoccupati per il possibile cambio delle maree e la conseguente erosione della spiaggia, per non parlare della vita o della possibilità di riprodursi di pesci e uccelli, sono considerati come dei rompiscatole, quando non come dei nemici pericolosi da fermare. È a causa del legame che ha stretto con Kat Hubble, una delle «attiviste» della bella baia minacciata dagli speculatori, che Jimmy Wing si troverà coinvolto nell’intera vicenda, facendone suo malgrado il protagonista di una storia violenta che vedrà, su entrambi i fronti, misurarsi soggetti altrettanto sinistri.

Se da un lato ci sono imprenditori privi di scrupoli pronti a eliminare ogni avversario, nel Sud degli anni ’60, ancora dominato dal razzismo, e dove il revivalismo fondamentalista muoveva nuovamente, dopo il debutto del secolo, alla conquista della società, tra gli alleati di Kat e della sua battaglia in difesa della natura, sembra schierarsi un predicatore radiofonico estremista e i suoi seguaci, gente «molto più a destra della John Birch Society» che considera chi non è d’accordo con loro «un antiamericano o un comunista rosso».

Cercando di far luce sui segreti inconfessabili che si celano tra le paludi della Florida, in una fase decisiva dell’evoluzione del Paese, Un raggio verde conferma le doti di narratore, e di implacabile osservatore dei vizi e delle paure d’America, di John D.MacDonald (1916-1986).

UNO SCRITTORE PROLIFICO, con diverse decine di titoli all’attivo, oltre venti solo quelli dedicati al detective Travis McGee, e amato da altri grandi autori, tra i suoi maggiori estimatori ci sono Stephen King e Kurt Vonnegut e l’introduzione ad una recente edizione americana di questo romanzo è di Dean Koontz. Nel 1984 il regista Victor Nuñez ha tratto da Un raggio verde un film interpretato da Ed Harris e Blair Brown in cui l’emergenza ambientale dell’epoca fa il paio con lo sviluppo dei gruppi paramilitari dell’estrema destra.