Pedofilia e «cammino sinodale», i dossier più spinosi per il nuovo capo della Cei
Cei Le richieste di ItalyChurchToo
Cei Le richieste di ItalyChurchToo
Ecclesiastico di dialogo e di mediazione più che di strappi e rotture, il bivio che si apre davanti al cardinale Matteo Zuppi, nuovo presidente della Cei, conduce in due direzioni opposte: mettere mano in maniera decisa ai nodi più intricati all’ordine del giorno – dalla questione della pedofilia e degli abusi sessuali del clero, al «cammino sinodale» della Chiesa italiana –, oppure dare l’impressione di cambiare tutto senza modificare nulla, sfruttando le proprie ottime doti di comunicatore? È probabile che la strada sia nel mezzo. Ovvero che Zuppi affronti i banchi di prova più impegnativi, utilizzando la proprie capacità di riuscire a trovare un equilibrio che accontenti tutti senza scontentare nessuno. Che sembra poi essere la ragione che ha incoraggiato papa Francesco – il cui profilo appare abbastanza simile a quello del neopresidente della Cei – e i vescovi a puntare sull’arcivescovo di Bologna.
Il dossier più spinoso che Zuppi si troverà immediatamente a dover gestire è quello relativo alla questione della pedofilia degli abusi del clero. Le associazioni delle vittime e le comunità e i gruppi di base riunite del coordinamento ItalyChurchToo hanno fatto richieste precise alla Cei: una commissione di indagine indipendente che abbia pieno accesso agli archivi ecclesiastici, risarcimenti per le vittime, obbligo di denuncia alle autorità civili, abolizione dei termini di prescrizione per i colpevoli, «certificato antipedofilia» anche per preti, religiosi e personale delle istituzioni cattoliche. Una commissione di indagine indipendente – sul modello di quelle francese e tedesca – la chiedono anche le associazioni conciliari e cattolico-democratiche della rete dei Viandanti e una cinquantina di docenti nelle facoltà teologiche.
Nelle scorse settimane, Zuppi aveva riconosciuto l’urgenza del problema ma aveva anche sfumato la possibilità di una commissione indipendente. Ora si vedrà in quale direzione andrà. Una prima risposta arriverà già venerdì: alle 11 ItalyChurchToo terrà una conferenza alla sede della stampa estera e alle 13 ci sarà la prima conferenza stampa di Zuppi al termine dell’assemblea della Cei. Il secondo tema è la gestione del «cammino sinodale» della Chiesa italiana. Bergoglio aveva chiesto fin dal 2015 che in Italia si svolgesse un Sinodo. La Cei ha prima fatto finta di nulla e poi, di fronte all’ennesimo richiamo del papa, qualche mese fa ha avviato il percorso, anestetizzandolo e precisando – con le parole del cardinale Bassetti, presidente uscente – che non si sarebbero affrontati gli argomenti più caldi, dal ruolo delle donne all’atteggiamento verso le coppie omosessuali. Toccherà a Zuppi decidere se dare una svolta a un Sinodo che sembra procedere sotto traccia.
Infine la riduzione del numero delle diocesi: «Sono troppe», ben 226, «vanno tagliate», dice Francesco dall’inizio del suo pontificato. Parole totalmente ignorate. Anche su questo Zuppi dovrà decidere se intervenire.
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