Civiltà cattolica: il Patto europeo asilo e migrazione è disumano
Muro a mare Il quindicinale dei gesuiti: «Mette a rischio il rispetto della dignità delle persone, soprattutto le più vulnerabili»
Muro a mare Il quindicinale dei gesuiti: «Mette a rischio il rispetto della dignità delle persone, soprattutto le più vulnerabili»
Il Patto europeo sulla migrazione e l’asilo è disumano: «Mette a rischio il rispetto della dignità» delle persone, soprattutto le «più vulnerabili». Pochi giorni dopo le parole di papa Francesco contro gli Stati che operano «sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti», arriva anche, durissima e senza appello, la bocciatura da parte di Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti le cui bozze vengono lette (e corrette) in Segreteria di Stato vaticana, così da costituire una sorta di posizione ufficiosa della Santa sede. «Il Patto propone una politica europea incentrata sulla prevenzione degli arrivi e sull’esternalizzazione della responsabilità di proteggere i rifugiati verso altri Paesi», si legge nel fascicolo della Civiltà Cattolica uscito oggi. Si tratta di un accordo «che aumenterà la sofferenza della gente e ridurrà la protezione e le garanzie legali, senza migliorare significativamente la solidarietà tra gli Stati membri, rafforzando, anzi, posizioni di chiusura e di intolleranza».
Sono due in particolare gli aspetti che vengono criticati dal quindicinale dei gesuiti, sulla base del magistero sociale della Chiesa, ma anche del diritto internazionale. Il primo è quello del «ricorso alla detenzione», nei confronti sia di coloro che arrivano alle frontiere (che possono essere arbitrariamente trattenuti fino a sei mesi) sia dei cosiddetti clandestini, in centri nei quali le condizioni di vita «sono tutt’altro che umane», denunciano i gesuiti. «Un Patto che crea una simile cornice di riferimento, basata soprattutto sul ricorso alla detenzione, senza nemmeno stabilire eccezioni per i minori o per le persone vulnerabili, mette senza dubbio a rischio il rispetto della dignità umana». Il secondo è quello di uno stravolgimento del concetto stesso di «solidarietà», intesa solo «come solidarietà tra Stati membri». Nonostante il proclamato impegno per il rispetto dei diritti dei migranti, il Patto mostra «una solidarietà molto limitata nei confronti di quanti arrivano in Europa in cerca di protezione dalla guerra o in fuga da disastri naturali o dalla povertà estrema».
Anzi, «nel migliore dei casi» migranti e richiedenti asilo sono ritenuti «gente che cerca di aggirare le regole dell’Ue per raggiungere una destinazione che essa ritiene propizia per trovare protezione e opportunità. Nel peggiore vengono considerati come una minaccia alla nostra sicurezza e al nostro stile di vita». E per questo motivo vanno tenuti il più lontano possibile, anche con la «inquietante» pratica a pagamento di «esternalizzare la responsabilità di proteggere il territorio dell’Unione», come dimostrano per esempio gli accordi con Paesi come Turchia, Egitto, Libia e Tunisia, dove c’è «una situazione molto dubbia sotto il profilo dei diritti umani» (o, modello Meloni, l’Albania). Purtroppo «il Patto è ormai una realtà», conclude amaramente Civiltà Cattolica. L’unica possibilità è impegnarsi, in fase attuativa, a «mitigarne il potenziale danno umanitario».
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