L’ex procuratore nazionale antimafia, e attuale europarlamentare, Franco Roberti è stato nominato ieri presidente della commissione regionale per il Congresso Pd in Campania. Guiderà un gruppo di 12 componenti che porterà il partito verso l’elezione del segretario regionale più i provinciali di Benevento e Caserta. Non è chiaro se si procederà anche a Napoli: il neo parlamentare Marco Sarracino (coordinatore dell’organizzazione della mozione Elly Schlein) vorrebbe dare le dimissioni da segretario metropolitano nelle prossime 48 ore proprio per dedicarsi alla mozione. Entro il 27 gennaio si dovranno depositare candidature e relative piattaforme programmatiche. In regione, quindi, si gioca una doppia partita: quella per la scelta del prossimo numero uno al Nazareno e una tutta locale, con alleanze che potrebbero diventare a geometria variabile.

IL PARTITO IN CAMPANIA è senza guida: dopo la gestione fallimentare del segretario Leo Annunziata (scelto dal governatore De Luca), il presidente della regione avrebbe voluto sostituirlo con un suo fedelissimo ma le dimissioni in massa dall’Assemblea hanno fatto fallire il blitz e aperto le porte al commissario Francesco Boccia. Il 3 gennaio un gruppo di otto esponenti locali, primi firmatari i consiglieri regionali Mario Casillo e Bruna Fiola, (tutti sostenitori di Stefano Bonaccini) avevano chiesto a Letta di rimuovere dall’incarico Boccia: coordinatore della campagna congressuale di Schlein, «la nuova condizione lo pone al di fuori del perimetro di terzietà e di neutralità connaturato alla sua funzione di garante». Ieri il commissario uscente si è torto il sassolino dalla scarpa: «Con l’insediamento della commissione esco di scena dal punto di vista politico, resto come tesoriere fino alla nomina del nuovo segretario regionale. La missiva non aveva alcun senso, chiunque conosce il Pd conosce le regole che affidano la gestione alla commissione regionale del Congresso».

CHE IL CLIMA SIA TESO lo dimostra la sottolineatura di Boccia sulla scelta di un magistrato con una lunga esperienza come presidente della commissione (in un partito che ancora non ha finito di fare i conti con il caso Andrea Cozzolino e Qatargate): «Il rigore di Roberti sarà utile – ha commentato Boccia -. È stata individuata all’unanimità una figura autorevole, sarà lui l’interlocutore di tutti quelli che nel partito sono convinti di avare ragione». Altra sottolineatura sui conti disastrati del Pd in Campania: «Qui c’è un partito con tanti eletti ma è un partito povero, il cui simbolo è l’area di Caserta: 104 comuni e solo 5 circoli funzionanti. C’è un piano di rientro per decine di migliaia di euro non versati in una regione dove governiamo da tanti anni. Le sedi Pd non possono diventare comitati elettorali».

SULL’AUTONOMIA (che pure Boccia da ministro ha portato avanti) una frecciata a Bonaccini, che ieri ha ribadito: «Dire no all’autonomia differenziata sarebbe un errore clamoroso. Io sono di quelli che per primi la proposero». Boccia: «Non siamo ipocriti, è uno “spacca Italia” e ora è chiaro anche ai colleghi del Centro Nord. Prima bisogna mettere risorse sul trasporto pubblico, sull’assistenza, sulla scuola e sulla sanità. Fino a due mesi fa sembravamo pazzi noi che lo dicevamo ma ora che c’è nel nostro partito l’atmosfera del congresso lo hanno capito tutti. Ricordo che mancano 80, 100 miliardi per il Sud e mi fa piacere che adesso tutti nel Pd lo dicano». E Sarracino: «Siamo assolutamente contrari alla proposta del ministro Calderoli, aumenta le diseguaglianze territoriali e sociali».

DE LUCA CON IL FIGLIO parlamentare Piero, l’eurodeputata Pina Picierno e tutto il gruppo dei consiglieri regionali si sono schierati per Bonaccini, anche il sindaco di Napoli domenica si è fatto fotografare con il governatore dell’Emilia Romagna diffondendo una nota sul «proficuo incontro», propiziato anche dal sindaco di Bari Antonio Decaro. Sul tema del terzo mandato di De Luca Bonaccini ha glissato: «Vedremo le regole. Non mi pronuncio perché ci saranno gli organi deputati ma vedo che si torna a parlare di terzo mandato anche per i sindaci. Ho un giudizio positivo del governo De Luca». Boccia ieri è stato ugualmente diplomatico: «La legge dice due mandati e non dice tre. Il Pd è stato favorevole all’allargamento per i piccoli comuni nella scorsa legislatura. Però ora la destra pensa di mettere le mani sul doppio turno elettorale e su alcune norme sull’elezione diretta dei sindaci. A quel punto per noi non si discute né di terzo mandato né di altro».

SCHLEIN venerdì sarà a Napoli, Bonaccini è atteso a Salerno. Boccia lancia la volata confidando su «entusiasmo dei militanti vs apparato degli eletti». Resta il nodo segretario regionale: «La decisione se svolgere il voto online anche per i livelli locali è stata rinviata a una riunione di commissione nazionale – spiega -. Per me ci vuole, serve la massima partecipazione possibile». In Campania i consiglieri regionali a settembre avevano messo in chiaro con De Luca: serve un nome condiviso ma non potrà essere appannaggio del governatore. Per adesso è una guerra a bassa intensità ma potrebbe portare a rimescolare le alleanze.