I nuovi capigruppo del Pd sono stati eletti ieri per acclamazione: Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia in Senato, entrambi sostenitori della prima ora di Schlein.
La minoranza si è dovuta acconciare, in parte rassicurata dalle promesse della segretaria che ai due gruppi ha spiegato: «Stiamo lavorando a un assetto complessivo ed equilibrato, rispettoso del pluralismo e dell’esito delle primarie. Ci stiamo sentendo spesso con Bonaccini». Tradotto significa che nella segreteria, che sarà varata tra qualche giorno, ci saranno anche esponenti dell’area che ha sostenuto il governatore: i nomi che circolano sono sempre quelli di Alessandro Alfieri di base riformista, Davide Baruffi, braccio destro di Bonaccini, e Pina Picierno, che si è già smarcata entrando nell’area dei cosiddetti ulivisti insieme a molti lettiani.

Ieri però non sono mancate polemiche. Alla Camera Guerini ha detto che «questo passaggio ha avuto elementi di forzatura politica sia nell’interpretazione del risultato congressuale che nel rapporto con l’autonomia dei gruppi parlamentari». E ancora: «L’unità non può limitarsi agli assetti interni ma va allargata anche al confronto sulla linea politica: non possiamo limitarci a battaglie identitarie che parlano solo a pezzi di società». «Avrei preferito che la discussione avvenisse prima tra di noi che sui giornali, la segretaria ci chiede fiducia ma deve essere reciproca», le parole dell’uscente Simona Malpezzi in Senato. Critico anche Delrio: «Sul metodo sarebbe stata auspicabile maggiore condivisione. Il Pd non è un partito personale ma un gruppo dirigente che decide e discute assieme».

In Senato Schlein ha indicato Boccia (già ministro degli affari regionali nel Conte 2, pugliese, parlamentare dal 2008) «per la sua solidità, capacità politica ed esperienza». «Ora iniziamo un lavoro parlamentare in raccordo con il partito che avrà come punto riferimento costante le piazze, le proteste, i luoghi dei bisogni degli italiani», le prime parole del neocapogruppo. «Non faremo sconti a un governo che sta mettendo l’Italia ai margini e alimenta le divisioni nella società. Elly ha indicato una strada alternativa e un altri modello di società fondato su di difesa del pianeta, diritti civili e sociali che stanno insieme». «Tra noi c’è stata discussione e i migliori interventi sono stati quelli di chi non era convinto e poi ha detto “la segretaria mi ha convinto», le parole di Boccia.

«Le decisioni prese sono frutto di scelte personali e non di accordi nascosti», ha chiarito Schlein, spiegando di volersi ora concentrare sulle «proposte politiche alternative alle destre» e sui «temi che riguardano la vita delle persone». Sabato sarà con Bonaccini a una cena di autofinanziamento a Modena.