«Patto tra capitale e potere: i condoni turchi dietro il disastro»
Turchia Intervista a Pelin Pinar Giritlioglu, presidente dell’Unione degli architetti e gli ingegneri turchi di Istanbul: «25 sanatorie in 50 anni, l’ultima nel 2018: tredici milioni di strutture legalizzate pagando. Molti edifici pubblici danneggiati perché, dice la legge, le strutture pubbliche non sono soggette a ispezione»
Turchia Intervista a Pelin Pinar Giritlioglu, presidente dell’Unione degli architetti e gli ingegneri turchi di Istanbul: «25 sanatorie in 50 anni, l’ultima nel 2018: tredici milioni di strutture legalizzate pagando. Molti edifici pubblici danneggiati perché, dice la legge, le strutture pubbliche non sono soggette a ispezione»
Interi palazzi implosi, crollati al suolo sotto il peso di decine di piani e migliaia di tonnellate di cemento. I numeri delimitano il perimetro della catastrofe che si è abbattuta il 6 febbraio sulla Turchia: 6.500 edifici crollati, decine di migliaia quelli danneggiati. Di questi, moltissimi avevano fatto richiesta di condono. Non rispettavano le regole edilizie, fondamentali in un’area sismica come l’Anatolia. Gli avvertimenti di ingegneri e scienziati vengono ignorati da anni.
Tra loro c’è Pelin Pinar Giritlioglu, docente all’Università di Istanbul. Giritliogu è la presidente dell’Unione degli architetti e gli ingegneri turchi di Istanbul, la stessa che da tempo denuncia la colpevole inerzia dell’intervento statale sul settore delle costruzioni.
Un settore di punta per il partito del presidente Erdogan, l’Akp, che lo usa come volano di consenso politico e di distribuzione di prebende. Alla docente abbiamo chiesto di guidarci dentro la devastazione subita dal suo paese.
Dopo gli ultimi terremoti, il governo ha introdotto regole più stringenti in edilizia?
Dopo il terremoto del 1999, sono state apportate molte modifiche alla normativa sulla zonizzazione. Le leggi sono cambiate: è stata promulgata la legge sulle ispezioni edilizie e nel 2012 è entrata in vigore quella sulla trasformazione delle aree secondo il rischio di disastro. Ma tutto ciò non ha facilitato lo sviluppo di pratiche all’interno di un quadro di regole scientifiche. Il sisma non è mai stata una priorità nella pianificazione delle città turche che si trovano nelle zone di rischio di primo grado. Nonostante una vasta gamma di normative, a guidare il processo è stata la cooperazione tra capitale e potere.
Nel corso dei decenni, a causa del mancato rispetto delle leggi, diversi governi turchi hanno usato le sanatorie per condonare le strutture abusive. Quanti edifici sono stati condonati negli ultimi cinquant’anni?
In cinquant’anni sono stati realizzati circa 25 condoni. Tuttavia, dopo il terremoto del 1999, si era generato un rifiuto diffuso rispetto a nuove sanatorie. Nonostante ciò, una nuova amnistia è entrata in vigore nel 2018. Utilizzando il sisma come scusa, enormi quantità di denaro sono state raccolte tra chi aveva fatto richiesta di condono. Denaro che avrebbe dovuto essere usato per il rinnovo urbano. Non è stato fatto. Tredici milioni di strutture sono state legalizzate in questo modo. E il risultato lo vediamo oggi. Poco prima dell’ultimo sisma, abbiamo saputo che una nuova amnistia era nell’aria.
Lei ha detto che 75mila edifici di quelli distrutti o danneggiati lunedì erano stati condonati. Di che tipo di strutture si tratta? Case private, edifici pubblici?
Soltanto ad Hatay e Antep ci sono state 70-75mila richieste di condono. In altre città colpite i numeri sono leggermente più bassi. In altre parole: centinaia di migliaia di edifici nelle zone del sisma hanno beneficiato di una sanatoria. Moltissimi edifici lasciati al loro destino. Edifici privati, sì, ma anche moltissimi edifici pubblici che sono stati tra i primi a essere danneggiati dal sisma perché, prevede la legge, le strutture pubbliche non sono soggette a ispezione. Questo gli ha permesso di procedere senza controllo. Eppure gli edifici pubblici sono strutture di cui dovremmo avere fiducia, i rifugi dopo un disastro. Se crollano loro, crolla il sistema.
A quanto ammonta la multa per ottenere il condono?
Dipende dalla natura dell’edificio. Per una villa si paga una cifra diversa da quella di un appartamento. E dipende dalla grandezza. Si opera in due fasi: nella prima viene rilasciato un certificato di registrazione dell’edificio, nella seconda si ottiene il via libera.
Perché il settore edilizio versa in una simile situazione? Oggi molte società di capitali hanno stretti rapporti con il governo. Che rende più facile per queste aziende fare affari promulgando leggi arbitrarie. A spese del pubblico.
Dopo il sisma del 1999, la Turchia ha introdotto una tassa sul terremoto per raccogliere denaro da destinare alla prevenzione. Ma sembra che miliardi di dollari siano spariti.
Il governo non agisce con trasparenza sulla questione. Dal 1999 ha raccolto miliardi di lire turche dai condoni, dalla vendita di terreni forestali, dalla tassa sul sisma. Non sappiamo dove siano finiti.
Ci sono aree del paese più colpite dall’abusivismo? Per urbanizzazioni troppo rapide, ad esempio.
Oggi il tasso di abusivismo edilizio è ancora alto in tutto il paese. I condoni hanno reso il problema cronico. Inoltre, a causa di un uso governativo delle leggi di pianificazione che ha ignorato il rischio di terremoti e strumentalizzato i piani urbani, le città si sono riempite di zone edificabili che non rispettano i principi di pianificazione e non tengono conto delle valutazioni di rischio.
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