«Adesso mi tortura un pensiero: quando sarà tutto finito, quando verrà scritto nei libri di storia, e magari ci sarà anche il mio nome, quello del medico di Lampedusa, mi piacerebbe sapere come si risponderà a chi chiede cosa ho fatto per evitare tutto questo. Sono diventato europarlamentare con l’intenzione di prendermi cura delle persone che attraversano il Mediterraneo. Ma dopo quattro anni di lavoro mi sento di dire che ho fallito». Non potrebbe essere più netta la reazione di Pietro Bartolo, eurodeputato del Pd, visibilmente provato a seguito del voto con cui l’Aula ha approvato il Patto Migrazione e Asilo. «Meglio niente che questa porcheria», si sfoga.

Quali sono le ragioni della contrarietà, sua e di tutto il Pd, nonostante il parere positivo del gruppo S&D al Patto Migrazione e Asilo?

È la legge nel suo complesso a essere non accettabile. Non è possibile che un bambino di sei anni sia sottoposto a fotosegnalamento, che gli vengano presi i dati biometrici. Si trattano così i delinquenti, non i bambini.

La vita di migranti e richiedenti asilo è destinata a peggiorare?

Chi arriva verrà trattenuto senza aver commesso nessun reato in un luogo di reclusione per una settimana, poi scaraventato in un altro centro, di contenimento o prigionia, in ogni caso dei lager. Tutto questo in attesa di essere rimpatriati, se mai ci si riuscirà. E quando questi centri saranno colmi, mi chiedo cosa faranno le autorità, se li lasciano liberi o magari li buttano a mare.

Dopo il primo dei voti favorevoli al pacchetto legislativo, dalle tribune del pubblico in Aula è iniziata una contestazione. Un gruppo di giovani ha scandito «This Pact kills», questo Patto uccide. Hanno ragione?

Ne hanno da vendere. Quando si parla di accordi con paesi terzi o di difesa dalle frontiere, mi chiedo: è da loro che si deve difendere l’Europa? Si dice anche che per evitare le morti bisogna bloccare le partenze. Peccato che i trafficanti di essere umani fanno grandi affari quando mancano i canali regolari, quindi così le persone continueranno a morire.

Come spesso accade, la macchina europea produce compromessi. Non pensa che un accordo sia comunque meglio di nessun accordo, per governare la migrazione?

Se il Patto fa qualcosa, peggiora solo la situazione. Abbiamo fornito un quadro giuridico a quello che oggi è illegale, come i respingimenti e la detenzione immotivata dei richiedenti asilo. Fino a ora almeno si poteva fare ricorso alla Corte di giustizia europea, o magari incalzare la Commissione Ue. Nel futuro no, sarà questa porcheria a legalizzare le nefandezze.

«Ogni governante avrà un motivo, nero su bianco, per chiedere soldi all’Ue per bloccare le partenze»

Ci sono altri esempi in cui il nuovo quadro giuridico peggiora la situazione?

Il fatto che l’immigrazione possa essere considerata un pericolo dai governi, in caso di arrivi massicci, offre un’arma di ricatto ai paesi di partenza verso l’Ue. Che vengano dalla Bielorussia, Libia, Tunisia o dalla Turchia, ogni governante non europeo avrà un motivo in più, scritto nero su bianco, per chiedere soldi a Bruxelles per bloccare le partenze.

Il governo Meloni ha solo un vestito buono in Europa, ma ricordiamoci che parla con disinvoltura di sostituzione etnica, un suo ministro definisce i profughi «carico residuale»

L’Europa però ha sia un dovere morale verso chi muore in mare cercando una vita migliore, ma anche un’esigenza economica dettata dal crollo demografico. Se lei avesse potuto scrivere le leggi Ue sui migranti, quali sarebbero state le linee guida?

Prima di tutto considerarli persone, non numeri o merci. A Lampedusa ne ho conosciuti e curati a centinaia: sono persone che cercano una vita migliore. Di sicuro i terroristi non arrivano su queste vere e proprie bare galleggianti. Mi sa che molta politica non ha visto quello che ho visto io nella mia esperienza di medico, ed è per questo che manca di umanità.

Quali forze, anche nazionali, hanno prodotto questo assetto europeo che le ong hanno definito punitivo?

Per prima l’Italia. Perché devo cercare fuori, quando l’orrore ce l’abbiamo in casa? Penso ai decreti Cutro, la criminalizzazione delle ong che vanno a salvare le persone. Il governo Meloni ha solo un vestito buono in Europa, ma ricordiamoci che parla con disinvoltura di sostituzione etnica, un suo ministro definisce i profughi come «carico residuale». Così stiamo tradendo i valori della Costituzione e i principi fondativi dell’Europa. Senza solidarietà e rispetto dei diritti umani, quello che vedo è il baratro.